Ho già raccontato, in occasione della prima intervista (‘l Gazetin, giugno 2002) come sono entrata in contatto con Cristina Balzaretti, insegnante, formatrice, consulente psicopedagogico presso diverse scuole della provincia di Milano e autrice di numerosi articoli riguardanti il tema dell'integrazione, della pedagogia delle emozioni e della scrittura creativa. Ho poi avuto modo di conoscere meglio Cristina e il suo modo di lavorare durante i due corsi di aggiornamento che ha tenuto a Sondrio qualche anno fa, il primo sulla scrittura poetica, aperto a tutti gli insegnanti della scuola primaria della nostra provincia e il secondo sull’intreccio tra arte e poesia, rivolto ad un gruppo più stretto di docenti. La sua competenza ha colpito tutti i corsisti, che dopo un’attenta lettura del primo Laboratorio poesia hanno atteso con ansia l’uscita del nuovo volume. Entrambe le pubblicazioni sono a mio parere molto interessanti e utili per tutti coloro che nella scuola vogliono impostare in modo serio e costruttivo un discorso sulla poesia.
Laboratorio poesia 2, attraverso più di 50 stimolanti proposte di percorsi poetici e suggestivi intrecci con altre forme artistiche e linguaggi extraverbali, presenta un itinerario di giochi e attività che permettono di appropriarsi dei rudimenti dello scrivere in modo creativo, consentendo ai bambini e ai ragazzi di cogliere le innumerevoli sfumature del linguaggio, sperimentando nella loro pienezza ed energia tutte le straordinarie potenzialità della lingua italiana. Ricco e articolato fornisce una vera e propria antologia di possibili percorsi poetici da proporre ad alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado: un aiuto efficace per compiere i primi passi nell’affascinante mondo della poesia e per stimolare l’immaginazione e la creatività. Per saperne ancora di più ho posto alcune domande alla nostra scrittrice.
– Sono trascorsi alcuni anni dalla pubblicazione di Laboratorio poesia volume uno. Questo secondo volume è una continuazione degli argomenti sviluppati in precedenza?
«Il volume in qualche modo è la continuazione del discorso intrapreso nel primo libro, ma vi sono anche nuove questioni ed argomenti affrontati nell’arco di dieci anni di laboratori poetici».
– A chi è rivolto?
«Il libro è rivolto ad insegnanti, educatori, animatori, pedagogisti e psicologi e a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al linguaggio poetico».
– Quali sono le difficoltà, se ne ha incontrate, nel raccogliere più di 50 percorsi didattici?
«Non vi sono state difficoltà, piuttosto un continuo e costante lavoro di studio, ricerca e formazione unito alla proposta di laboratori poetici. Come ho detto, il libro raccoglie 10 anni di lavoro didattico con i bambini e i ragazzi».
– Nella scuola spesso ci si lamenta per il poco tempo che si ha a disposizione per portare avanti la didattica delle discipline. Il problema è che le ore scolastiche sono aumentate, in particolare nelle scuole a tempo lungo, ma si sono moltiplicate le attività da svolgere. Bisognerebbe scegliere quali sono le cose che si ritengono più importanti. Quanto spazio dovrebbe avere la poesia nella scuola a suo avviso?
«A mio avviso la poesia deve avere un ruolo preponderante perché con essa e tramite di essa si possono affrontare temi come l’educazione all’affettività e alle emozioni, imparare a scrivere in modo autonomo, pertinente, approfondito e libero, imparare a esprimere le proprie opinioni ed interessi… insomma imparare ad essere se stessi attraverso la parola scritta e detta».
– La poesia è molto amata dai bambini. A volte però, a mio parere, si privilegia soprattutto nell’insegnamento ai bambini della scuola primaria l’aspetto della produzione. Altre volte si insiste troppo nell’analisi dettagliata dei testi. Non è forse il caso invece di promuovere maggiormente la lettura di poesie d’autore e di lasciare libera interpretazione ai componimenti?
«A mio avviso queste proposte devono essere ben miscelate tra loro, senza privilegiarne una a scapito dell’altra. Importante è promuovere la lettura di testi tratti dalla letteratura poetica internazionale classica e contemporanea. Infine e non per questo meno importante, è essenziale intrecciare il linguaggio poetico a musica, dipinti, foto, danza, libera espressione… cioè con gli altri linguaggi simbolici, di cui la poesia rappresenta l’unicum».
– Proporre un laboratorio di poesia richiede una certa preparazione e un impegno anche emotivo da parte dell’insegnante. Attraverso la poesia si possono “tirar fuori” dei vissuti molto intensi. Ha dei suggerimenti su come gestire questo tipo di rapporto tra bambino e insegnante?
«Porre attenzione all’ascolto in modo umile, sincero e incondizionato; non interpretare, né tanto meno giudicare ciò che i bambini e i ragazzi esprimono; dare la possibilità, ma non deve essere un obbligo, di leggere ciò che scrivono agli altri compagni per permettere la circolarità dei vissuti».
– Ho letto nel suo libro, nella parte che riguarda “I Concorsi di poesia”, che questo tipo di attività sono importanti per i bambini. Non crede che alcune volte la partecipazione a Premi venga interpretata come un “produrre per vincere”?
«Bisogna partecipare come esperienza autentica di lavoro di gruppo ma, soprattutto, come confronto con altri bambini e ragazzi che stanno compiendo percorsi poetici; a tale proposito è fondamentale come l’insegnante si pone nell’illustrare ai bambini un’esperienza di questo tipo».
– È disponibile a presentare la sua pubblicazione nelle scuole?
«Potrei esserlo».
Paola Mara De Maestri paolamara@fastwebnet.it
(dalla “Bottega letteraria” n. 31 – 'l Gazetin, giugno 2007)
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