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Scuola e Costituzione. Il giudice spagnolo, l'Avvenire, Calderoli
27 Novembre 2008
 

Contro la sentenza di un giudice spagnolo che ha deciso di rimuovere il crocifisso nelle aule di una scuola di Valladolid, nel Nord della Spagna, dal mondo cattolico italiano si è alzato un coro di critiche e di preoccupate denunce. L’Avvenire si è cimentato ad incrociare l’aula di Rivoli e le scuole di Spagna!!! Sull’agenzia della Conferenza episcopale si legge che la sentenza riflette un «orientamento che serpeggia in Europa e che tende a relegare sempre più la religione nell'ambito del privato».

Il crocifisso in Spagna come in Italia prima di essere una minaccia per l'educazione e lo Stato laico, è un segno di prevaricazione di una parte delle società sulle altre, di una religione sulle altre. Pretendere di conservarlo nei luoghi pubblici costituisce la rivendicazione di un privilegio che la progressiva avanzata dei processi di secolarizzazione e l’inarrestabile costruzione di società multietniche rende sempre più ingiustificato e provocatorio. Lo riduce ad essere, come proclama Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, non solo un simbolo religioso, ma il simbolo di quei valori su cui abbiamo costruito la nostra storia e la nostra civiltà.

Anche per questo nella scuola esso impedisce o almeno rende difficile la costruzione di quella cultura della laicità condivisa nella quale tutte le fedi e tutte le ideologie, che non predicano odio razziale ed emarginazione culturale, possono confrontarsi e nel confronto offrire ai giovani occasioni di scelte consapevoli e responsabili.

 

Comitato nazionale Scuola e Costituzione

 

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