Lo scaffale di Tellus
Ermanno Detti. Tritti e Lona
27 Novembre 2008
 

Ermanno Detti

Tritti e Lona. Un amore di centomila anni fa

illustrazioni Gianni Allegra

Città Aperta junior, 2008, pagg. 48, € 13,00

 

Come era l’amore centomila anni fa? Lo racconta, con una favola deliziosa, Ermanno Detti, nel libro Tritti e Lona (Città Aperta junior), illustrato da Gianni Allegra.

«In un villaggio troglodita le caverne si aprivano sulle pendici di un’alta e imponente montagna. Lassù, in una di quelle caverne, viveva un ragazzo di nome Tritti. Viveva da solo, da quando il padre e la madre erano usciti una mattina e non erano più tornati». Questo l’incipit del racconto che ti coinvolge subito e ti trasporta indietro nel tempo. «Già in tempi antichissimi, uomini, donne e bambini non vivevano tutti alla stessa maniera, perché ogni gruppo doveva adattarsi ai diversi ambienti: al freddo o al caldo, alla pioggia o alla siccità. Tutti agivano soprattutto d’istinto. Erano gli istinti che permettevano loro di difendersi e di sopravvivere tra gli infiniti pericoli e le avversità della natura». Lo scrittore, dopo aver descritto l’ambiente, ci presenta uno dei due protagonisti principali: «Tritti era un ragazzo agile e intelligente, abile nella caccia, attento a quello che gli accadeva intorno. E viveva soddisfatto di se stesso e felice di quello che aveva» racconta Detti. «Una mattina, però, a Tritti accadde un fatto terribile. Improvvisamente sentì calarsi come un velo sugli occhi e le cose sembrarono scomparire».

È una storia ricca di suspense con molti colpi di scena. «Consapevole del crudele destino che lo attendeva» continua Detti, «il ragazzo, in preda a uno sconforto terribile, si rifugiò in un angolo della grotta e restò lì rannicchiato. Aspettava rassegnato la morte». E invece nella storia, a questo punto, compare Lona, una piccola ragazza, che si prenderà cura di Tritti. «D’improvviso si sentì scuotere con forza, si sollevò e fece per difendersi. Pensò che doveva trattarsi di una belva feroce. Ma non si trattava di una belva. Tritti sentì qualcosa che sembrava una mano, sì una mano, più piccola della sua».

I due ragazzi diventeranno grandi insieme ma le avventure per loro non sono finite. Il finale è inaspettato.

Ermanno Detti, con il suo stile ricco di immagini e con grande fantasia, ci trasporta centomila anni fa e ci racconta una storia antica, ma sempre attuale, piena di poesia e di imprevisti, una storia che emoziona e fa riflettere.

 

Ermanno Detti è giornalista e scrittore. Attualmente è docente a contratto presso l’Università di Bolzano dove insegna “Scrittura creativa” e tiene seminari sulla letteratura giovanile. È direttore di alcune riviste, tra cui Valore Scuola e Il Pepeverde. Si è sempre occupato di letteratura e delle letture più diffuse tra i giovani, di illustrazione e di fumetto (ha insegnato queste discipline all’Istituto Europeo del Design e in altre istituzioni pubbliche e private).

Ha scritto numerosi saggi e romanzi per ragazzi, ottenendo premi e riconoscimenti letterari.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo, solo per citarne alcune, Il piacere di leggere (La Nuova Italia, 1987 e 2002), divenuto ormai un classico, e i romanzi Harley il Rosso (Giunti, 1997), Estrella (Nuove Edizioni Romane, 2000), Leda e il Mago (Fatatrac, 2002), Il segreto di Lisa (Mondadori, 2004), Tre casi per il detective Nick Pugnoduro (Manni, 2004), Altri tre casi per il detective Nick Pugnoduro (Manni, 2005), Il fustello (Valore Scuola, 2006), Gilda (Liguori, 2006), Vado a stare dai nonni (Fatatrac, 2008).

 

Vincenza Fanizza


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