Diario di bordo
Sentenza Englaro. Le atroci menzogne di gerarchie vaticane senza misericordia 
Intanto, quando possono, gli italiani si pronunciano e hanno le idee molto chiare…
16 Novembre 2008
 

Dunque, abbiamo tutti capito male. Monsignor Rino Fisichella, a “Porta a porta”, replicando stizzito e con l’arroganza tipica di certa gerarchia vaticana, alla nostra Maria Antonietta Farina Coscioni, ha detto di non aver mai parlato, nel caso di Eluana Englaro, di omicidio.

Forse nelle stesse ore a Marco Politi di Repubblica il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro vaticano della Sanità, che già si era prodotto in un’incredibile (e incredibilmente tollerata) interferenza (per molto meno si convocano gli ambasciatori e si fa loro una solenne lavata di capo!) esordisce la sua intervista con un «Non uccidere!»; e aggiunge: «Non si può infliggere una morte terribile per fame e per sete».

Dalla cronaca del vaticanista del Mattino Alceste Santini: «Manca un commento ufficiale del direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi. Il papa e i suoi più stretti collaboratori intendono riflettere ancora sull’accaduto: una presa di posizione di più alto profilo finirebbe per investire gli stessi rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano. Ma possiamo anticipare che questa mattina il cardinale Javiez Lozano Barragan, il ministro della Sanità del Vaticano, lo stesso che tre giorni fa aveva qualificato come “assassinio” e “mostruosità disumana” l’ipotesi di poter staccare il sondino di Eluana, confermerà in modo più articolato la linea dura già illustrata da monsignor Fisichella nell’intervista alla Radio Vaticana…».

 

Monsignor Fisichella viene ascoltato da Luigi Accattoli, per il Corriere della Sera: «Dio li perdoni per quello che stanno facendo, questa è eutanasia di fatto e di diritto». E aggiunge che si sarebbe costretti ad assistere a «un atto brutale per Eluana, perché toglierle il nutrimento e l’acqua significa costringerla a lunghi giorni di sofferenza… Nessuno potrà dire che questa ragazza morirà serenamente. Morirà nel dolore e non per sua volontà…».

Sempre monsignor Fisichella, racconta Andrea Tornielli sul Giornale, alla Radio Vaticana dice: «Così come è avvenuto negli Stati Uniti per Terry Schiavo, così oggi in Italia verrà tolta l’alimentazione a una ragazza di 37 anni, a una persona viva, non attaccata a nessuna macchina, che respira, che si sveglia e si addormenta, una ragazza che percepisce, perché pure questo è da ribadire… A questa ragazza verrà tolta l’acqua e il cibo. Condannandola certamente a una morte di grave sofferenza e di stenti».

 

Ancora il cardinale Barragan, questa volta intervistato da Giacomo Galeazzi per La Stampa: «Chi compie un’azione o un’omissione che provoca la morte di un innocente viola il quinto comandamento ‘non uccidere’. Smettere di dare da mangiare e da bere a Eluana equivale a un omicidio, significa lasciarla morire di fame e di sete, condannarla a una fine mostruosa…»

 

E questa sommaria rassegna stampa si chiude con l’intervista che, ancora una volta, monsignor Fisichella ha rilasciato a Paolo Rodari de Il Riformista: «…Per quanto mi concerne tutto quello che sta succedendo è grave dal punto di vista etico e morale. Forse c’è chi potrà trovare delle giustificazioni nei cavilli procedurali e nelle interpretazioni del linguaggio. Nella sostanza, però, rimane un fatto del tutto grave ed estraneo alla cultura del popolo italiano, un fatto di una gravità assoluta perché qui siamo davanti a un vero e proprio attentato alla vita».

 

Dunque, non si è parlato, per bocca di monsignor Fisichella o di altri, di “omicidio”. Si è parlato di «assassinio» e «mostruosità disumana»; di «atto brutale… toglierle il nutrimento e l’acqua significa costringerla a lunghi giorni di sofferenza»; «A questa ragazza verrà tolta l’acqua e il cibo. Condannandola certamente a una morte di grave sofferenza e di stenti»; di violazione del «il quinto comandamento ‘non uccidere’»; di «un vero e proprio attentato alla vita»...

Hanno spacciato e continuano a spacciare la grave, intenzionale menzogna che Eluana, una volta staccato il sondino, soffrirà una terribile agonia. Sono loro, i veri torturatori: che hanno massacrato e continuano a massacrare la famiglia di Eluana. È un’atroce menzogna, la loro. È scientificamente provato che staccando il sondino che la alimenta, Eluana si spegnerà senza soffrire. Come (vanamente!) ci ricorda uno scienziato come Ignazio Marino, «non hanno una formazione clinica e medica, parlano di cose che non conoscono: esiste una letteratura scientifica molto seria. Il nostro cervello, in stato di distrazione e assenza di nutrizione produce endorfine, che servono proprio per lenire il dolore. Oggi lo facciamo più efficacemente con i farmaci, ma mio papà, mio nonno e tutti gli esseri umani fino agli anni ’70 si sono spenti senza bere e senza mangiare. Spenti serenamente nel proprio letto, fatto salvo il dolore per eventuali malattie».

Lo si dice assumendosene tutta intera la responsabilità, e senza che questo coinvolta altri che chi scrive; ci siano o no posizioni, opinioni diverse o opposte, si oppone un convinto: “Me ne infischio!”. Raramente è accaduto di leggere e ascoltare affermazioni improntate a nessuna misericordia; che rivelano una radicata malvagità. Ci sono state alcune occasioni: quando, in anni lontani, il cardinale di Firenze tuonò contro le donne che abortivano nella clinica CISA di Firenze; e più recentemente, quando il vicariato romano ha ritenuto di dover negare l’atto pietoso di conforto per la madre e la moglie di Piergiorgio Welby, e ha sbarrato le porte della chiesa, dicendo no al funerale religioso. Per quelle donne, doveva esserci il massimo di misericordia, di conforto, di pietas; e invece si è mostrato loro il volto arcigno e senza pietà di un’istituzione chiusa in sé stessa, granitica nelle sue certezze fasulle. È quello stesso Vaticano che lo aveva concesso a un personaggio come Augusto Pinochet, e che consente che “riposino” in una sua cripta, i resti di un feroce criminale della Banda della Magliana.

 

A questa chiesa, a questo Vaticano, il cardinale Carlo Maria Martini ricorda, mesto e inascoltato, che se Gesù tornasse oggi, «scuoterebbe tutti i responsabili rammentando che la loro missione riguarda il mondo intero. Che non devono dedicarsi a una contemplazione narcisistica, bensì guardare oltre i confini della propria istituzione...».

 

Intanto, quando possono, e sono messi in condizione di sapere, gli italiani si pronunciano con chiarezza e i risultati sono inequivocabili:

dal sondaggio del TG1: quasi il 74 per cento è d’accordo con la sentenza della Corte di Cassazione. Dal sondaggio del Corriere.it: oltre il 77 per cento è d’accordo con la sentenza della Corte di Cassazione. Dal sondaggio di Repubblica.it, oltre l’85 per cento è d’accordo con la sentenza della Corte di Cassazione.

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 14 novembre 2008)


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