Carlo Forin: Giobbe 2008. Diario: 19 ottobre (1)
José de Ribera: Giobbe
José de Ribera: Giobbe 
19 Ottobre 2008
 

 L’assurdo

 

‘Assurdo’ è il termine logico finale di un discorso:

-Assurdo! Illogico, da non indagare oltre-.

‘Assurdo’ è stato il mio primo pensiero all’idea di finire la vita così, come vi dirò.

Una reazione umana.

Mi piace che il ‘mio’ biblista, mons. Gianfranco Ravasi, commenti il suo Giobbe così:

 

Perché se, come vedremo, la questione centrale del poema è di ordine teologico, è altrettanto vero che il punto di partenza è antropologico.

 

L’antropologia ci prende tutti, laici e credenti.

 

 

“C’era nella terra dell’intenzione di conoscere Dio un uomo chiamato Giobbe”.

 

Di uzzo buono, potreste interloquire con:

-Stai parlando di te (re.: diario)? Solo allora io continuo ad ascoltarti!

Sto parlando di me, come Giobbe!

Di uzzo buonissimo, potreste aggiungere:

-Poiché il testo originale parla della ‘terra di Uz’* tu traduci Uz con ‘intenzione di conoscere Dio’, no?

Proprio così.

-Allora sia il dialogo-.

Abbiamo cominciato bene.

 

Di uzzo cattivo, invece, potreste commentare:

-Che strana terra è questa? Di gente che ozia! Ho altro per la testa, io! Guadagnarmi la giornata, tanto per fare un esempio!-.

Questa è la ‘terra’ per Giobbe, uno qualsiasi dei 6 miliardi e più di umani!

La sua, in particolare, è quella ‘di un uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male’.

Un uomo speciale, anche se tanti normali gli sono vicini, come scriveva il favolista Calvino un trent’anni fa.

 

Il mio uzzo è neutro, religioso e laico, perché sono convinto che il medium linguistico è buono quando tocca tutti. Credo che la mia forma mentis, il mio modo di pensare, sia sociologico, ma cerco di andar oltre.

 

Per stare a me, dunque, sono contento del fatto che ieri Tellusfolio (tanto per specificare ‘terra’ con tellus) mi abbia pubblicato:

 

A far data 14 ottobre 2008, la mia vita, entrata in giugno nel 61° anno, è in attraversamento di un tunnel: una biopsia ha certificato la diagnosi di cerebropatia amiloide, o gongofila.

Si tratta, da quel che ho inteso finora, di una malattia rara conseguente ad uno stato prolungato di ipertensione. I vasi sanguigni sarebbero fragili alla sanguinazione, compreso il cervello.

Potrei riassumere il mio stato così: e adesso che via farò, ora che il controllore biologico della mia vita diventa inaffidabile? Chi controlla il controllore?

Sono uno che legge la Bibbia e che tenta di farvi partecipi.

 

-Cominciare con un’autocitazione è superbo-.

Giusto!

Questo è il primo motivo che mi dà la veste di Giobbe: ho passato metà dei miei anni per convincermi che non ero un genio; c’è voluto un bel po’ di sociologia ed Il segno rosso del coraggio per farmi accettare l’assurdo che mi collocava come un normale tra i sei miliardi e più di individui normali.

Adesso, mi dicono che devo affrontare la fine come un minus habens.

 

Dicono che la via in discesa tra i subnormali sarà più veloce, ma quanto?

Ci sarà un’asina di Balaàm che mi porta, capace di sbrigliarsi da una guida sbagliata un attimo prima di arrivare da BUZUR, il dio-demone sumero delle miniere profonde?

 

 

L’assurdo del mondo ottobre 2008

 

Oggi il mondo produce il doppio delle risorse necessarie e metà della sua popolazione guarda in TV l’altra metà che muore.

Di primo acchito definirei assurdo un ordine così!

Che l’assurdo della terra rispecchi il mio assurdo biologico non mi introduce nella normalità e non mi fa tranquillo affatto. Mi invita invece ad indagare meglio il concetto linguistico e logico dell’assurdo.

 

L’assurdo non può essere uno stop assoluto per il mondo, ma deve essere uno stop and go!

Il mondo potrebbe cogliere l’opportunità di accettare la fine del Capitalismo Finanziario liberale e riscoprire l’utilità del pensiero di Keynes applicato al mondo anziché alla singola nazione, ad esempio.

Così resterà assurda un’epoca economica e se ne aprirà un’altra.

 

Resta uno -stop e basta- per me! La serenità del pensiero precedente si rabbuia.

Vediamo l’aspetto linguistico: la parola ‘assurdo’.

Esaminiamo AB ZU ordo, cominciando da ordine ß ordine.

Tutti sanno che la parola ordine viene dal latino ordo, ordinis; ordine in abl.

E ordo?

Dal sumero UR DU, ‘base Dio’. Un ordine ‘difficile’, DUGUD. Noterete in mezzo a questa parola la G di Luce (LU GH ‘soggetto luce’). E la parola è palindroma, cioè si legge uguale dai due lati.

God ingl. ß G UD. In lettura sarebbe DUGUD, ‘difficile’ come Dio.

 

Come UZ ZU, che abbiamo intravvisto con l’italiana ‘uzzo’, che il dizionario italiano indoeuropeo non sa inquadrare, giustamente.

 

L’ablativo ordine trasferisce la parola in italiano uguale a ‘ordine’.

Sillabiamo: UR DIN E, con E DIN in coda letta in ribaltamento. E DIN è il paradiso, nel rialzo in cima alle piramidi a gradoni, che è proprio l’ebraico Eden, il Paradiso.

Ordine ha una base originaria con ‘base Paradiso’. Saranno contenti i difensori dell’ordine!

 

Ora, recuperiamo il lemma Apsu, accadico per AB ZU, da Enciclopedia Cattolica.

 

“APSU.  E’ parola sumera semitizzata, che in sumero si scriveva ZU AB e si leggeva abzu con significato di «casa della sapienza» (?).

Questa etimologia (ab «casa», zu «sapienza» ?) è necessariamente in correlazione con il fatto che l’a. è dimora di Ea, dio della sapienza. (9)

 

Poiche’ la parola latina, che i grammatici mettono in aggettivo, absurdus fa absurdo in abl., il passaggio storico è: sumero-latino AB ZU UR DU, ‘ordine AB ZU’.

Indagheremo a lungo sulla precisione di questo lemma.

Ci basti per ora il fatto che il libro di Giobbe  ß J OB latino ß GI UB sumero, Luce Cielo, viene collocato per primo ne I libri sapienziali (: 1031)  

a : 1036-1107, prima dei Salmi (: 1109).

Non vi pare che questa AB ZU ‘Casa sapienza’ stia bene tra i Libri sapienziali?

 

Chiudiamo qua le riflessioni di questa giornata con una domanda: può essere che il caso di Giobbe sia la riflessione secolare del saggio biblico sul AB ZU sumero, ‘casa della sapienza’ secondo la lettura accadizzata di Enciclopedia Cattolica?

 


* «C’era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male». La Bibbia di Gerusalemme, XX edizione, EDB, Bologna 2004.


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276