La peluda coda del gato
Aunque la persecución se ha anunciado contra los que desvíen recursos, especulen con los precios o hurten alimentos, el mercado oficial también ha colapsado por estos días. En un breve recorrido por las cafeterías estatales de mi barrio, pude comprobar la reducción de las ofertas. Un restaurante en pesos convertibles y especializado en pescado no vende ya pizzas de camarones ni arroz a la marinera. ¿Por qué? Porque en esta Isla nada puede escapar a la presencia del trapicheo informal, a los brazos que en la sombra de la ilegalidad sostienen hasta lo que parecía ciento por ciento estatal.
Para mantener las ventas en las cafeterías y restaurantes, evidentemente se necesitaban los suministros del mercado negro. Una buena parte de lo que se vendía bajo la máscara de ser asignado de forma oficial, en realidad había sido comprada por los propios empleados a vendedores informales. Con los recursos que las empresas distribuidoras de alimentos colocan en los centros públicos no se podría mantener una oferta constante. Los camareros y administradores de esos sitios trabajaban allí fundamentalmente por la ganancia extra-salarial que dejaba la venta de estos productos ilegales. Al no poder obtener estos dividendos, han perdido el interés de tener la tablilla de anuncios llena y los clientes lo notan.
Por la obsesión de cazar al ratón, el gato ha visto atrapada su propia cola en la trampa. Esa peluda prolongación de ilegalidad y corrupción que al cortársela lo desangra en poco tiempo.
Yoani Sánchez
La coda pelosa del gatto
Anche se è stata annunciata la persecuzione nei confronti di chi sottrae le risorse, specula sui prezzi e ruba alimenti, in questi giorni è andato in tilt pure il mercato ufficiale. Faccio un breve giro per le caffetterie statali del mio quartiere e constato la riduzione delle offerte. Un ristorante dove si paga in pesos convertibili e specializzato in pesce non vende più pizza ai gamberi né riso alla marinara. Perché? Perché in questa Isola nessuna attività può fare a meno del traffico clandestino, di braccia che nell’ombra dell’illegalità tengono in piedi persino ciò che parrebbe al cento per cento statale.
Per sostenere le vendite nelle caffetterie e nei ristoranti, evidentemente servivano i rifornimenti del mercato nero. Una buona parte di ciò che veniva venduto sotto le sembianze di una forma ufficiale, in realtà era stato comprato dagli stessi impiegati presso i venditori clandestini. Facendo affidamento sulle risorse che le imprese distributrici di alimenti collocano nei centri pubblici non sarebbe possibile mantenere un’offerta costante. I camerieri e gli amministratori di questi esercizi commerciali lavoravano là fondamentalmente per il guadagno extra salario derivante dalla vendita dei prodotti illegali. Dal momento che certi dividendi non si possono più ottenere, hanno perso ogni interesse a tenere piena la bacheca delle offerte e i clienti se ne rendono conto.
Per l’ossessione di cacciare il topo, il gatto si è visto acciuffare la sua stessa coda nella trappola. Quella pelosa prolunga di illegalità e corruzione che, una volta tagliata, in breve tempo lo dissangua.
Traduzione di Gordiano Lupi