Forse la messa è finita
o non ancora.
Il prete tace un leggero
vento arriccia le cuffie:
le gonfia come vele speranzose
riecheggia alle orecchie
il suo sermone...(chissà
se l'essenza s'è persa:
se in quel sorriso che incurva
labbra rosa di carne
in un pensiero altrove
in un altrove di latte che rapprende
in un burro di baci da fienile
di mani giunte a mani
di promesse)...
Forse è domenica. Il vitello
inquieto torce il collo scarta
percepisce nell'odore dell'aia
un qualche accadimento.
Il prete rammenta parole
or ora volate tra foglie
tremule:
Or, quelq’un lutta avec lui
jusqu'au lever de l'aurore...(1)
Non sa se la parola è accorta
se il suo officio ha aggiunto
una pietra al recinto.
C'è un tempo incerto
c’è il muto cielo di Bretagna
pur nella speranza e dappertutto
donne inginocchiate sul grembiule buono
come un amen sospeso nel cerchio delle anime.
Sembra ora di andare sembra che un’ora
scocchi fuori scena: tornando
alle bestie al pane al desco
agli uomini assenti ai figli come passeri
lontani sulla scorza dei campi.
Andiamo, andiamo insieme:
solo chi alza lo sguardo e lo sostiene
- al rosso che
tracima a noi
agli occhi
dal piano sequenza
alle ginocchia
come un tappeto rosso
come un'evenienza rossa
di passione -
solo chi nel coraggio del pensiero
apre ora gli occhi finalmente assiste
a ciò che ora nel rosso si palesa...
Giacomo Cerrai - dic. ’06
(1) Genèse 32.25 - La Bible en français, version Centre National de Pastorale Liturgique