Tratto da OGGI del 22 febbraio 2006, p. 23 (segnalato su antiproibizionisti.it)
LA NOSTRA SALUTE, DI UMBERTO VERONESI
«Sia ben chiaro: sono un convinto oppositore di tutte le droghe, alcol e tabacco inclusi. Ma chiediamoci perché i giovani ne fanno uso, invece di emanare una legge repressiva destinata solo a peggiorare le cose»
Mi chiedo, francamente, se noi genitori dovremo temere d’ora in poi di ritrovarci i figli in galera per aver avuto in tasca un paio di spinelli… Che dice professore?
Franco L., Milano
Potrebbero piombare addosso ai ragazzi e alle loro famiglie delle multe: da 26 mila a 260 mila euro, per chi acquista o detiene sostanze stupefacenti o psicotrope che per quantità (se superiore ai limiti massimi, che saranno indicati con un successivo decreto) o «per modalità di presentazione» o per «altre circostanze» appaiono destinate ad un uso non personale. La legge dà al giudice la possibilità di stabilire se si tratta di consumo o spaccio. Un minimo (26 mila euro) che vale quanto uno stipendio annuo, e un massimo (260 mila euro) che equivale al valore di una casa non piccola… Chi potrebbe pagare queste cifre, e quali sarebbero le conseguenze, se non quelle di creare disastri? Si vuole forse credere, o far credere, che la nuova legge adempirà proprio al compito di difendere e salvare vite? Chi ha imposto la nuova legge ha enfatizzato il valore deterrente della prigione e delle pesantissime sanzioni, ma l’intera storia delle leggi repressive ci parla di insuccessi: nemmeno la pena di morte, nelle società in cui essa viene applicata, è mai riuscita ad abbassare il tasso dei delitti per i quali viene comminata.
È puramente ideologico aver cancellato la differenza tra le droghe cosiddette «maggiori» (eroina, cocaina) e le droghe leggere, come lo spinello o l’ecstasy, affermando che sono tutte pericolose, e poi sostenendo addirittura che da queste sostanze, tipicamente «ricreazionali» e d’uso sporadico, si passa alle droghe pesanti e alla tossicodipendenza. Ma questo è uno di quei tipici argomenti che vengono usati per ottenere consenso ingenerando allarme sociale. Infatti, se fosse vero che dalle droghe leggere si passa allo stato di tossicodipendenza, le statistiche non ci darebbero un numero di circa 200 mila tossicodipendenti, più o meno come 10 anni fa. Se vogliamo leggere questo dato non solo con razionalità, ma anche con spirito positivo, significa che c’è stato un ricambio generazionale, e che una buona parte della «vecchia» popolazione di tossicodipendenti è stata curata e guarita, mentre i «nuovi» tossicodipendenti sono solo una piccola frazione di tutti coloro che hanno fatto o fanno ancora uso di droghe leggere: le osservazioni svolte in tutto il mondo confermano questa diagnosi.
Tali considerazioni, sia ben chiaro, non significano che io sia favorevole alle droghe leggere: anzi, sono un convinto oppositore di tutte le droghe, inclusi l’alcool e il fumo di tabacco. Però credo di avere il diritto-dovere di (ri)affermare che i proibizionismi non solo non servono a niente, ma peggiorano la situazione. Se l’uso delle droghe leggere è, nella nostra società, un fenomeno di massa che riguarda pressappoco il 50% dei nostri giovani, si può credere, seriamente e con onestà intellettuale, che il fenomeno vada affrontato, come fa la nuova legge, allestendo una vera e propria «macchina da guerra» poliziesca e repressiva? Non voglio nemmeno entrare (ma dovrebbe farlo chi ha imposto la legge) nel discorso di come potrà funzionare, in una situazione di cronica carenza di risorse umane e finanziarie, di drammatico affollamento delle carceri, di enorme accumulo dei procedimenti giudiziari.
No: le soluzioni devono essere altre. Il giovane va instradato verso obiettivi che gli infondano la gioia di vivere, di lavorare e di studiare. Lo spinello, è ormai provato, è considerato da chi ne fa uso una droga «ludica», di socializzazione, di relax. Allora, chiediamoci perché i giovani hanno bisogno dello spinello per rilassarsi e per socializzare, e perché non aiutarli a impiegare il tempo in attività ludiche e ricreative, in particolar modo nello sport, in forma competitiva. Per esempio, perché mai in Italia, come invece avviene in altri Paesi, ogni scuola non ha la propria squadra di calcio o di pallacanestro? Io mi chiedo davvero che senso abbia approntare una legge repressiva sulla droga. Si dia uno sguardo alle statistiche epidemiologiche: riportano che l’eroina provoca circa 1000 morti all’anno, ma che la mortalità per droghe leggere è pari a zero.
Su un altro versante, di cui però non si parla mai, stanno il fumo di tabacco e il consumo di alcool. Il tabacco causa 80 mila morti all’anno per diversi tumori (in particolare quello del polmone); l’abuso di alcool ne provoca 30 mila. E i giovani, della cui tutela si dovrebbe occupare questa legge sulla droga, muoiono in gran numero a causa dell’abuso di alcol. Qui i numeri sono infinitamente più drammatici: è attribuibile all’alcol tra il 40 e il 60% di tutti i decessi di giovani tra i 15 e 29 anni di età, secondo L’Organizzazione mondiale della sanità. E questo dato vale tragicamente anche per l’Italia.
a cura di Edoardo Rosati