Signor Sindaco,
comprendiamo la Sua intenzione di intervenire in merito ai problemi relativi alla prostituzione in strada. Non vorremmo che, come spesso succede nel nostro Paese, dopo il primo exploit mediatico tutto tornasse come prima. Le ricordo che la precedente amministrazione installò in alcune strade un sistema di telecamere per controllare e sanzionare il fenomeno della prostituzione. Se non ricordiamo male l'operazione costò alle tasche del contribuente romano più di un milione di euro. Spese senza risultato perché le “lucciole” si spostarono più in là, sicché le telecamere ripresero strade deserte.
È, del pari, impossibile sanzionare “lucciole” straniere irreperibili, così come ci pare complesso sanzionare chi contatta soggetti dediti alla prostituzione (è trasgressione parlare con una “lucciola”?).
Il reato di atti osceni in luogo pubblico è già previsto dal nostro Codice, basta applicarlo. Le ricordo che Cesare Beccaria, nel suo saggio Dei delitti e delle pene, sosteneva, a ragione, che è la certezza della pena e non la sua gravità il miglior deterrente. Lei può garantire le sanzioni alle violazioni che intendete combattere? Vuol mettere un vigile dietro ogni albero?
Certo la situazione va affrontata. Non così.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc