L’incontro con Daniela Marcheschi (foto) come scrittrice per l’infanzia è avvenuto in modo casuale. Stavo girovagando per le librerie di Sondrio, alla ricerca di pubblicazioni di poesia da acquistare come premio per le classi segnalate del Concorso “Margherita Bassi”, quando tra le proposte ho trovato una sua pubblicazione che mi ha subito interessato. Mentre leggevo Terra gentile aria azzurrina (Einaudi Ragazzi, 2002), ho apprezzato questa scrittrice anche in veste di curatrice, grazie all’ottima scelta di brani poetici d’autore da lei operata. Di recente ho avuto modo di contattarla e di proporle una breve intervista.
Lei, oltre a dedicarsi alla letteratura per bambini, è anche critico letterario e autrice di numerosi saggi. Quale tipo di attività letteraria l’appassiona maggiormente?
«In realtà, sono un critico della letteratura che si occupa anche di Letteratura per l’infanzia, specie dopo aver a lungo lavorato sulle opere di Carlo Collodi, di cui ho curato l’edizione nel “meridiano” Mondadori del 1995. Trovo assurdo che sia invalsa una separazione specialistica, deleteria, fra Letteratura Italiana e Letteratura per l’Infanzia: gli studi non sono una catena di montaggio!
«Quanto al resto, lo studio mi appassiona sempre, e compito dello studioso o della studiosa è ampliare le proprie ricerche per cercare la verità».
Come ha esordito in qualità di scrittrice e quali sono state le difficoltà iniziali?
«Ho pubblicato le prime poesie su riviste, ho cercato i migliori autori italiani e stranieri per confrontarmi con loro. Io sono stata fortunata: le prime persone che mi hanno ascoltato sono stati Giuseppe Pontiggia, Eugenio Montale e Vittorio Sereni».
Quali sono stati i suoi modelli "di riferimento" tra gli scrittori italiani e/o stranieri?
«Il Montale di Satura mi ha colpito molto all’inizio, Canetti mi ha affascinato, ma ho sempre cercato di essere cosciente dei valori profondi della lingua e del significato delle scelte stilistiche per imparare ad esprimere ciò che sentivo, in un modo che mi appartenesse davvero».
Non si trovano molte pubblicazioni di poesia che si rivolgono al mondo infantile. Come mai si è occupata anche di questo settore? «Ho allestito due antologie per Einaudi Ragazzi: Terra gentile, aria azzurrina, e Tutto l’amore che c’è: il desiderio era quello di fornire ai bambini due ampie raccolte di grande poesia, senza distinzione di generi – da Dante a Tasso, da Ariosto a Pascoli, da Rodari a Piumini, da Montale a Bacchini ecc. – perché i piccoli prendessero confidenza con la poesia tout court».
Conserva qualche ricordo particolare riguardo i poeti e le letture della sua infanzia?
«Sì, del Pinocchio, delle fiabe più disparate, dei libri di avventura, dei poeti che si leggevano quando andavo alle Elementari: Pascoli, Novaro, Cardarelli, Carducci, D’Annunzio, Saba ecc.»
Che consigli darebbe a un giovane autore che volesse cimentarsi nella scrittura per l'infanzia?
«Di leggere tutta la letteratura – quella buona – di pensare molto e di scrivere e scrivere senza accontentarsi. Poi, di scegliersi un buon critico con cui discutere senza ubbie».
Come lettrice, quale genere letterario predilige? Quali sono i suoi scrittori preferiti? «Non ho predilezioni e leggo tutti i generi letterari con passione; il problema è che non riesco sempre a leggere tutti i libri che vorrei. Ma ne leggo molti, d’abitudine…»
Soprattutto in questi ultimi anni, nella scuola e nelle biblioteche, vengono proposte diverse iniziative per promuovere il gusto alla lettura nei bambini. Ha qualche consiglio da suggerire agli organizzatori riguardo le attività e le modalità per stimolare alla lettura?
«Leggere a voce alta una pagina tutti i giorni, come un premio, recitare a memoria; poi gli incontri con gli autori».
Lei fa parte del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Collodi. Di che si occupa questa associazione?
«Sono Consigliere permanente della Fondazione nazionale Carlo Collodi, con sede a Collodi (città di Pescia, PT): una fondazione di impresa, nota in tutto il mondo, che si occupa di promuovere sia la conoscenza delle opere di Carlo Collodi, con particolare riguardo alle Avventure di Pinocchio, sia lo studio della Letteratura per l’Infanzia; ma anche di gestire il Parco di Pinocchio -realizzato da grandi architetti e artisti del ‘900-, nonché il Giardino di Villa Garzoni».
Quali progetti ha per il futuro? «Continuare a studiare per poter scrivere una storia della letteratura diversa da quelle che abitualmente possiamo leggere».
Immagino che le siano già state proposte numerose interviste. C’è qualche domanda che non le è stata ancora fatta e alla quale invece le piacerebbe rispondere? «Le interviste sono state molte, è vero, ma non mi pare che ci siano domande del genere».
DANIELA MARCHESCHI
LA BALENA
Siate soli, e semplici come la balena
mammifero grasso che s'aggira
nei mari polari, amando i viaggi.
Alla balena
sia onore per la coda larga
che la imbruttisce
perché si muove sbuffando l'acqua
che tracanna, perché dal suo dorso
con lo zampillo
s'avverta il gravame del respiro nuotando.
Per annientarne l'esempio tanti
la cacciano, e affannosamente
lei respingendo
fino alle coste, dove a volte muore ansimando.
Sì, quel suo spietatamente sfarsi io lo conosco.
(da Terra gentile aria azzurrina. Poesia italiana, Einaudi, 2002)
Daniela Marcheschi è critico letterario e poeta. Nata a Lucca, dove vive abitualmente, ha insegnato in università italiane e straniere, fra cui Uppsala e Salamanca. Attualmente insegna Antropologia con particolare riguardo all'Antropologia delle Arti a Perugia e fa parte della redazione della rivista di poesia e filosofia Kamen’, nonché del Consiglio direttivo della Fondazione nazionale Carlo Collodi. È autrice di numerosi saggi su autori italiani e scandinavi, oltre che di studi di teoria letteraria, tradotti in più lingue. Per la prestigiosa collana "Meridiani" di Mondadori ha curato nel 1995 l’edizione delle Opere di Carlo Collodi e nel 2004 di Giuseppe Pontiggia.
Paola Mara De Maestri paolamara@fastwebnet.it
(dalla “Bottega letteraria” n. 26 – 'l Gazetin, maggio 2006)