Prima settimana nella nuova casa, in Rue de Montmorency.
È il Marais meno esposto ai turisti, a due passi dal Centro Pompidou ma sufficientemente raccolto e timido. Nella stessa strada, la casa di Nicolas Flamel, l’alchimista della pietra filosofale. Sono edifici antichi, questi, con fondamenta lontane nel tempo, quando ancora il Marais, appunto, era un marais (palude).
Ora ho finalmente due stanze spaziose, un cucinotto e un bagnetto che, seppur piccoli, con discrezione guardano il mondo da una porta chiusa. Assaporare la gioia di rispondere al telefono con “Ero di là”. Passeggiare quando, prima, anche l’aria col suo attrito toglieva spazio vitale.
Cammino per le strade curiosando qua e là: una boulangerie con la porta gialla e l’odore burroso di pain au chocolat, un caffè trés bobò e qualche albero seminato da Pollicino.
La mia casa pende leggermente verso destra: il pavimento lievemente si increspa, tutto sembra come affacciarsi, oltre la casa di fronte, per sporgersi a vedere il Beaubourg.
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