One Shot
7. Silvia Monti domanda a Maria Pia Quintavalla
04 Settembre 2008
 

Oggi non è il primo lunedì del mese… E so che l’assenza di one shot potrebbe aver messo in allarme i lettori di tellus (cinque, sicuramente…). Ma, per fortuna (?), eccoci qua, con la poetessa Maria Pia Quintavalla che ringrazio  per non avere rifiutato una domanda sicuramente difficile…

 

Ti sei mai sentita sottovalutata, come poeta?

 

Altro che, se è capitato: le volte che mi sono sentita “invisibile” ad esempio, perché dovevano collocarti in una scatola, della definizione critica, a te non congeniale, non importava (Non eri, infatti, né orfica né lombarda, né sperimentale, e così via), quando era chiaro che la natura del problema era un altro.

Quello di reperire parole strumenti diversi per parlare della tua poesia, che con fatica e impegno trovava una sua via, e lingua, rifacendo sua una grammatica sul campo..

Tali sensazioni sono state, poi, ampiamente compensate dalle gratificazioni e gratitudine vissute nell’esperienza di segno opposto, quando viceversa mi sono sentita capita: da Marisa Bulgheroni, da Andrea Zanzotto, Antonio Porta, Franco Fortini, Giovanni Giudici.

Non dimentico mai i prefatori dei miei libri: la più che rimpianta amica Nadia Campana, Maurizio Cucchi, Giancarlo Majorino, Andrea Zanzotto ancora, Giampiero Neri, Franco Loi, e tanti altri compagni di viaggio; da Giorgio Luzzi a Niva Lorenzini, Alberto Bertoni, Bianca Maria Frabotta, Mario Santagostini etc.

Intendo dire che, più ancora di una valutazione mercantile, abbiamo tutti bisogno di uno sguardo affettivo forte, iniziale, che è rispecchiamento: che sia un fratello maggiore, o chi camminandoci a lato, davanti o dopo, poco importa l’ordine delle generazioni, te lo ritrovi in ascolto, fraterno per quel pezzo di strada, ed è davvero tanto: dolce e consolante, uno stimolo a dare il meglio di te.

Poi resta il fatto che: l’altro di te, la tua solitudine felice, che solo “tua” deve restare, resistere fedele a te, aspettarti. Che faccia il suo lavoro di lutto, o di oro, è il tuo humus essa lavora nel più piccolo di una “vita fatta a mano”, è la tua fonte di vera magia, e di relazione.

 

 

Parmigiana, I

 

Tutti gli amori ti furono infelici perché ci credevi,

tutta vi aderivi, alle promesse

dell’essere - al suo centro, ti innamoravi della vita

del paradiso dalle palme lente e dolci

dell’amore improvviso nelle dita,

degli amanti napoletani della forza che

ti travolgeva ma di messi astrali, bianche

di una stella carnale

 

antiche passeggiate e dolci mani,

della vita sentivi lì la forza intatta infrangersi

stupita appartenente a corse, statue di gaggie

erano tonfi al cuore, desiderio e copule del mare.

Forti le braccia i baci le lusinghe,

per amore della vita che perdevi

e lenta nell’amore ti perdeva.

 

 

Maria Pia Quintavalla è nata a Parma e vive a Milano.

Ha pubblicato Cantare semplice (Tam Tam 1984), Lettere giovani (Campanotto 1990), Il Cantare (Campanotto 1991), Le Moradas (Empiria 1996), Estranea (canzone) (Piero Manni 2000, nota di Andrea Zanzotto), Corpus solum, (Archivi del ‘900 2002), Album feriale (Archinto 2005).

Ha curato l’antologia Donne in poesia, tratta dall’omonimo festival (Presidenza Comune di Milano 1985, ristampa Campanotto 1988).

Figura in numerose antologie della poesia italiana, di cui l’ultima Trent’anni di Novecento, a cura di Alberto Bertoni, Book edizioni 2005.

Ha vinto i premi: Tropea, Cittadella, Alghero Donna, Nosside, Gold winners Nosside, Marazza Borgomanero, Montano, Città S.Vito, Contini Bonacossi, Alto Ionio. Finalista in cinquina al Premio Viareggio 2000.

Tradotta in lingua spagnola, tedesca, inglese, serbo-croata.

Cura seminari sulla lingua italiana presso diverse istituzioni, tra cui l’Università degli Studi di Milano.

www.mariapiaquintavalla.com

 

s.


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