Sì, viaggiare
Carlo Forin. Analisi dei 38 ‘lustr’ dell’Eneide. L’ultimo: perlustra.
Virgilio con l
Virgilio con l'Eneide tra Clio e Melpomene 
24 Settembre 2008
 

L’esplorazione dei 38 significati della parola 'lustr-' nell’Eneide è cominciata col primo, lustris labentibus, ‘col volgersi veloce dei lustri’, ed ora va all’ultimo per capirlo meglio.

Facciamo questo perché abbiamo riscontrato che Virgilio pondera il primo e l’ultimo termine di una sequenza importante che costruisce nelle sue opere.*

 

[Nigra velut magnas domini cum divitis aedes]

pervolat et pinnis alta atria lustrat hirundo

[pabula parva legens nidisque loquacibus escas

et nunc porticibus vacuis, nunc umida circuì

stagna sonat: similis medios Iuturna per hostis

fertur equis rapidoque volans obit omnia curru

iamque hic germanum iamque hic ostentat ovantem

nec conferre manum patitur, volata via longe.]

tr.: Come una nera rondine trasvola il grande palazzo

d’un ricco signore, e con le ali perlustra gli atrii,

ghermendo piccole prede, alimento ai garruli nidi;

e stride ora nei vuoti portici, ora intorno agli umidi

stagni: così Giuturna va sui cavalli in mezzo ai nemici,

e volando sul rapido carro trascorre dovunque le piaccia,

mostrando di qua e di là il fratello trionfante:

ma non lo lascia combattere, e vola via fuori strada.

 

Questa traduzione è di Luca Canali, e abbiamo adottato le sue versioni in tutti i 38 casi per non manipolare il significato ad usum delphini, ai nostri interessi.

Lustris labentibus è l’unica espressione con significato temporale preciso (‘verrà un tempo, col volgersi veloce dei lustri’) e con termine omologo, dal momento che solo in questo verso abbiamo precisata la versione nominale lustri in italiano.

A comprova, elenchiamo gli altri 37 significati: osserva (lustrat 1, 453), esplorare (lustrare 1, 577), esploreranno (lustrabunt 1, 608), percorre (lustrat 2, 528), esamino (lustro 2, 564), esploro (lustro 2, 754), purifichiamo (lustramur 3, 279), percorra (lustres 3, 377), percorrere (lustrandum 3, 385), percorrere (lustrare 3, 429), covi (lustra 3, 647), esplorando (conlustrans 3, 651), illustrava (lustrabat 4, 6), covi (lustra 4, 151), illumini (lustras 4, 607), aspettavano (lustravere 5, 578), esplora (lustrat 5, 611), purificò (lustravit 6, 231), esaminava (esaminava 6, 681), illustri (inlustris 6, 758), esplorano (lustrant 6, 887), illustre (inlustrem 7, 79), rischiarava (lustrabat 7, 148), circondi (te lustrare 7, 391), scrutava (lustrabat 8, 153), sacrificali (lustralibus 8, 183), esplorando (lustrans 8, 229), percorse (lustrat 8, 231), esplora (lustrat 9, 58), affronti (lustret 9, 96), luminescente (sublustri 9, 373), volteggiano (lustrant 10, 224), guardando (lustravere 11, 190), tane (lustra 11, 570), scruta (lustrat 11, 763), cerca (lustrans 12, 467), perlustra (lustrat 12, 474).

 

Perlustra’ ha un significato esplorativo che permea un po’ tutti gli altri vocaboli lustr- a partire dal primo, quello strettamente temporale:

 

«Col volto sorridente, il Seminatore di uomini e dèi, disse così, talia fatur: i fati dei tuoi rimangono immoti (254…257), ed esplora il tempo a dar conferma che Sic placitum. Veniet lustris labentibus aetas, “Così è stabilito. Verrà il tempo, nei lustri che scorrono velocemente alla fine”, in cui si compirà la vendetta che chiedi, o figlia, “ed anche l’aspra Giunone, che ora con il terrore travaglia il mare, la terra e il cielo, muterà in meglio i suoi propositi, e con me sosterrà i Romani, signori del mondo, stirpe togata”» (I 279-282).

 

Questo è il tempo dell’impero costruito da Augusto nel quale il sacerdote etrusco cessa il suo rifiuto dell’invasione romana dei suoi campi e riconosce la restaurazione monarchica e la pacificazione universale.

Si placa Giunone, Cerere celeste, e si placa il cantore.

 

Non posso che esplodere la mia ammirazione meravigliata per questa perlustrazione del tempo e per la capacità di inserire nel DUR AN KI, nel perdurare del Cielo e della Terra [immagine dell’eterno, tempo degli Dèi], degli eventi terreni illustri dei lustris labentibus, dei lustri che scorrono velocemente alla fine.

 

Carlo Forin

 

 

* L’esempio più clamoroso è l’identità del primo verso delle Bucoliche con l’ultimo delle Georgiche nel quale dichiara sostanzialmente di essere Melibeo (Colui che assaggia il ME), cioè l’interlocutore di Titiro.


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