Lo scaffale di Tellus
Paolo De Benedetti. Animali
14 Agosto 2008
 

Paolo De Benedetti

Animali

EMI, Bologna 2007, pagg. 64, € 4,50

 

Attraverso la Bibbia, e in particolare la sua parte ebraica, Paolo De Benedetti, noto studioso di ebraismo, sostiene che «la creaturalità dell’uomo porta con sé una comunità di destino tra umanità e terra, accompagnata da una diversità di compito»: dunque una solidarietà originaria di tutto il creato. Ne deriva da una parte l’intuizione teologica che la partecipazione al destino escatologico positivo della creazione non sarebbe riservato all’essere umano, ma alla natura nel suo complesso; dall’altra un intenso monito alla pratica del rispetto per tutto ciò che è vivo.

Purtroppo nel corso della storia della chiesa il rispetto per la vita animale e vegetale non è stata prassi diffusa, fuori dalle rare, pur se nobilissime, eccezioni da Francesco d’Assisi al medico e teologo evangelico Albert Schweitzer.

Dare fondamento scritturistico e teologico al rispetto per il creato significa oggi impegnare a scelte coerenti tutti i credenti nella tradizione ebraico cristiana. Lo stesso decalogo, dettato da Dio, ordina che nel giorno di sabato non facciano alcun lavoro non solo i membri umani della famiglia, ma neppure il bestiame (Esodo 20, 10); mentre in Deuteronomio 22,6-7 l’autore sacro conclude una serie di prescrizioni a favore degli animali con l’assicurazione che ne deriverà per chi le pratica lunga e felice vita.

 

(da Newsletter Ecumenici, 14 agosto 2008)


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