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Bruna Spagnuolo: La grande Cina (la 'mia' / 1991) – 7. Pechino / Le tombe dei Ming
16 Agosto 2008
 

La foto di copertina non ha nulla a che vedere con il cloisonné; dovrebbe comparire tra le foto dei magnifici templi (cfr. brano 3) -accanto ai quali è stata fotografata-, ma ha dei muri così belli che io li associo alla lavorazione cloisonné

 

 

Le tombe dei MING

 

Nella visita alle tombe dei Ming è inclusa solitamente anche la visita alla lavorazione dei vasi e degli oggetti cloisonné, gli splendori in porcellana e metallo che hanno a che fare più con l'arte orafa che con quella ceramica. La pazienza infinita e creativa con cui persone di tutte le età progettano e realizzano la gloria di tali lavori, attraverso passaggi infiniti e lunghe ed estenuanti sedute senza risparmio di ore e di giorni, è commovente. L'essenza di questa verità è contenuta nella sintesi che fa dire a un'ottantenne signora americana: «My God, I did not know I was buying somebody's life, when buying those beautiful objects!» Quella signora entra nel mio cuore, per quella frase e per l'ansia di conoscenza e di bellezza (nonché per gli occhi ingenui e infantili con cui abbraccia il mondo e i suoi abitanti). Non si risparmia neppure le lunghe, ripide e tortuose scale delle tombe e la sento mormorare al marito, che la tiene per mano: «I want to go and see, though I could die and leave my spirit among the Ming tombs...»

 

La dinastia MING (1368-1644) ha allestito in vita la cittadella che avrebbe accolto la sua stirpe imperiale dopo la morte, predisponendo un luogo pieno di fascino e di suggestioni per i vivi. Vi si accede attraverso un 'portale'-pagoda che ricorda un arco di trionfo, che non è il solo sul tragitto che porta alle tombe. Il viale interno è 'abitato' da statue di animali giganteschi, che paiono attendere l'imperatore e il suo seguito con paziente tenacia. Dal lontano al vicino, rispetto alle tombe, la domesticità degli animali diminuisce. Ciò fa presupporre che essi abbiano anche funzione di simboli esorcizzanti e protettivi e che si pongano come 'guardiani' delle perpetue dimore imperiali. Le tombe vere e proprie sono una sorpresa nella sorpresa, poiché non sono visibili (sorgono sotto la superficie del terreno); ad esse si accede per mezzo di scale. Scendendo, ci si rende conto che, nel sottosuolo, esiste una sorta di 'condominio' a molti piani, tra i quali sono suddivise le tredici tombe di pietra della dinastia MING. La solidità impressionante di quell'opera incredibile dice cose inimmaginabili sulla perizia ingegneristica e matematica di quel popolo.

 

Bruna Spagnuolo (testi) e G. Ferrari (foto)

 

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