È in pericolo la democrazia. Con questa motivazione Umberto Eco ha annunciato la sua adesione alla manifestazione dell’8 luglio promossa da Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais e Pancho Pardi.
Le ragioni di questa denuncia sono in una breve lettera (già riportata qui nel pezzo che precede in Diario di bordo, ndr).
Il breve scritto di Eco è sottoscrivibile dalla prima all’ultima sillaba. Con un emendamento: il fondamento di una democrazia sta tutto in quel “motto” einaudiano che dice: “Conoscere per deliberare”. La conoscenza, il sapere è il fondamento della democrazia. Ed è per questo che i radicali sostengono che quella italiana è un regime di non democrazia, di democrazia negata; è per questo che Marco Pannella parla da tempo di “peste” italiana.
L’informazione, la comunicazione politica sono ridotti a gossip; sappiamo tutto di dove mette le mani il presidente della Camera Gianfranco Fini quando va in vacanza; non sappiamo nulla di quello che accade nelle stanze delle Commissioni parlamentari. È solo con Radio Radicale che gli italiani hanno potuto seguire i lavori dell’aula del Parlamento; e lo stato dell’informazione in generale è sotto gli occhi di tutti. Il caso di Emma Bonino, che recentemente ci ha beffati tutti, inventandosi quel suo “amore” straniero e non politico, dovrebbe far riflettere; e proprio per questo non si è voluta cogliere l’occasione offerto da quello “sberleffo”.
Di Umberto Eco ricordiamo alcune belle e acute pagine scritte con Patrizia Violi, un saggio compreso nel volume laterziano La stampa italiana del neocapitalismo curato da Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia. Ecco, parlando di democrazia minacciata, sfregiata e negata, sarebbe probabilmente utile che Eco riprendesse quel filo di discorso: di quella riconosciuta “inventiva” oggi c’è più che mai necessità; al tempo stesso il concreto rischio è che non sia più sufficiente, e che a forza di fare affidamento su quell’“inventiva” se ne sia prosciugata la sorgente…
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 3 luglio 2008)