Diario di bordo
Bonino. Da Istanbul un appello a sostenere i liberali e democratici arabi e a promuovere il ruolo delle donne
06 Febbraio 2006
 

Si è aperta oggi a Istanbul la Conferenza internazionale su “Pari opportunità e partecipazione politica delle donne nel Medio Oriente e Africa del Nord” organizzata dal Turkish Economic and Social Studies Foundation (TESEV) nell’ambito del programma “Democracy Assistance Dialogue”, promosso dai governi italiano, turco e yemenita e condotto in partenariato con Non c’è pace senza giustizia.

Aprendo i lavori della Conferenza, a cui partecipano oltre 150 donne provenienti da tutti i paesi della regione, l’eurodeputata radicale Emma Bonino, animatrice della campagna per la promozione del ruolo della donna nel mondo arabo, ha dichiarato:

«L’argomento a cui si dedica questa conferenza è un elemento cardinale del processo di riforma verso l’affermazione della democrazia e dello stato di diritto nella regione. Lo sviluppo democratico richiede l’inclusione delle donne come componente attiva e essenziale della società. Allo stesso tempo, il movimento che lotta per l’affermazione dei diritti delle donne potrebbe essere la dinamica principale del processo di democratizzazione e del cambiamento politico. Come lo dimostra, tra l’altro, la presenza in questa sala di parecchie neo-deputate irachene e afgane, questa lotta sta registrando esiti positivi nella regione.

«È questo il mondo arabo che dobbiamo sostenere: né vittima né protagonista di manipolazioni. Le donne e gli uomini che lo rappresentano non sono mai stati i nostri veri interlocutori. Quello che mi auguro è che il mondo politico, le istituzioni europee, sappiano leggere e distinguere quello che sta succedendo in questa parte del mondo e che lo sciagurato gesto di un fanatico qui in Turchia non serva a criminalizzare tutto un popolo. Cosi come gli episodi di manifestazione violenta accaduti come per miracolo in paesi dove di “spontaneo” notoriamente non vi è nulla, non ci spingano magari, come è nelle intenzioni dei mandanti di tali gesti, a fare sconti all’Iran su nucleare e diritti umani e alla Siria sul processo per l’assassinio di Rafiq Hariri.

«È l’ora di una politica, che non abbiamo mai avuto, che incoraggi e sostenga i tanti liberali e democratici arabi, oggi molto spesso senza voci, e promuova concretamente il ruolo delle donne nella regione».


(Radicali.it, 6 febbraio 2006)


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