Oblň cubano
Yoani Sánchez. Chiquita
18 Giugno 2008
 

Dal blog Generación Y

16 Giugno 2008

 

 

Chiquita

Gracias a los amigos que he cosechado a través de este Blog, me ha llegado la novela Chiquita, ganadora del Premio Alfaguara de este año. Es probable que tenga uno de los pocos ejemplares que hay en la Isla, lo que me obliga a leerlo rápido y pasarlo a la cola de amigos que esperan por él. Las más de quinientas páginas escritas por Antonio Orlando Rodríguez resultan atractivas no sólo por la historia que narran, sino por el círculo de misterio que envuelve al propio libro. Con decirles que los medios oficiales cubanos no han anunciado, todavía, que un compatriota ha ganado tan importante galardón.

En medio de la oleada de periodistas y paparazzis que cayó sobre el premiado autor después de la decisión del jurado, tengo la certeza de que ninguno era de un informativo radicado en Cuba. No me sorprende este silencio, pues bajo esa misma caprichosa selección me dejaron de mencionar, cuando estudiaba literatura cubana en la enseñanza media, las obras de Cabrera Infante, Dulce María Loynaz y Gastón Baquero. La omisión es una de las tácticas más usadas por la censura, y, en cumplimiento de ella, Chiquita no existe. Los funcionarios han determinado que al hacerse desde el exilio, no debe ser incluida en el estricto territorio de “la cultura cubana”.

Si uno lee la biografía de la liliputiense Espiridiona Cenda, no encuentra motivos temáticos o estilísticos para que el libro haya sido segregado. Su supresión de las noticias, de los debates intelectuales y de las revistas de crítica obedece a causas extra literarias. El hecho de que su autor no pertenezca a las instituciones culturales isleñas, que haya hecho alguna incómoda declaración sobre el gobierno cubano, o que, sencillamente, presentara su libro a un concurso internacional sin la debida autorización de la UNEAC y el Ministerio de Cultura, lo excluye de ser reconocido en su propio país.

Pierden su tiempo los torquemadas de la cultura: en este mundo de hoy, todo se sabe. La abultada cola que espera por mi ejemplar de Chiquita, me dice que de prevalecer el criterio popular Antonio Orlando Rodríguez estaría en la primera plana de nuestros periódicos y en los estantes de cada librería. Espiridiona Cenda sería el personaje del momento y el enanismo mental de los censores no lograría escamotearnos la historia de esta “muñeca viviente cubana”.

  

Yoani Sánchez

 

 

Piccola

Grazie agli amici che ho raccolto attraverso questo Blog, mi è arrivato il romanzo Piccola, vincitore del “Premio Alfaguara” di quest’anno. È probabile che possieda uno dei pochi esemplari che ci sono nell’Isola e questo mi obbliga a leggerlo velocemente e a passarlo a parecchi amici che lo stanno aspettando. Le oltre cinquecento pagine scritte da Antonio Orlando Rodríguez risultano affascinanti non solo per la storia che raccontano, ma anche per l’atmosfera misteriosa di cui sono pervase. Nonostante tutto i media cubani non hanno annunciato che un compatriota ha vinto un premio così importante.

Nella folla di giornalisti e di paparazzi che si è gettata sul premiato dopo la decisione della giuria, sono certa che nessuno di loro apparteneva a un organo d’informazione radicato a Cuba. Non mi sorprende questo silenzio, perché con lo stesso metodo capriccioso si sono dimenticati di ricordare, quando studiavo letteratura cubana alla scuola media, le opere di Cabrera Infante, Dulce María Loynaz e Gastón Baquero. L’omissione è una delle tattiche più usate dalla censura, e, in adempimento a questa regola, Piccola non esiste. I funzionari hanno stabilito che quando un cubano va in esilio, non deve essere incluso nel rigido territorio della “cultura cubana”.

Se uno legge la biografia della lillipuzziana Espiridiona Cenda, non trova motivi tematici o stilistici che motivano l’isolamento del libro. La loro soppressione delle notizie, dei dibattiti intellettuali e delle riviste di critica obbedisce a cause extra letterarie. Il fatto che il suo autore non appartenga alle istituzioni culturali dell’Isola, che abbia rilasciato qualche scomoda dichiarazione sul governo cubano, o che, semplicemente, presenterà il suo libro a un concorso internazionale senza la debita autorizzazione dell’UNEAC e del Ministero della Cultura, lo esclude dall’essere riconosciuto nel suo stesso paese.

Perdono il loro tempo i torquemada della cultura: al mondo d’oggi si viene a sapere tutto. La fila esagerata che attende il mio esemplare di Piccola, mi dice che prevalendo il criterio popolare Antonio Orlando Rodríguez si troverebbe nella prima pagina dei nostri periodici e negli espositori di ogni libreria. Espiridiona Cenda sarebbe il personaggio del momento e il limitato intelletto dei censori non riuscirebbe a nascondere la storia di questa “bambola vivente cubana”.

 

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

Nota del traduttore: Il testo di Yoani è molto chiaro. Per i non avvezzi di cose culturali cubane c’è da dire che l’UNEAC è l’unione degli scrittori e artisti di Cuba. Per il resto si tratta di problemi che ho sempre denunciato nei miei pezzi su Cuba e mi fanno piacere le conferme della Sánchez. Non sono cambiati per niente, anche se Raúl Castro mischia le carte in tavola e mostra modificazioni di facciata. L’Unione Europea rimuoverà le blande sanzioni, legittimerà il governo cubano, commetterà un errore politico e danneggerà un popolo che chiede cambiamento e democrazia. Yoani Sánchez dà voce a chi non accetta la voce monocorde della cultura rivoluzionaria. E ancora una volta è lei la vera ribelle. (Gordiano Lupi)


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