Lo scaffale di Tellus
Erminia Passannanti: "I-lustrazione del Malamente Infioresciuto per la Bella Merda del Ventre"
05 Ottobre 2008
 

L’indemoniato Vertice era ben consapevole dell’analfabetismo sparso tra la pupulazione, et fece utilizzazione spropositata delle assai impressionanti figurazioni per informarla et, soprattutto, per sagomarla. Per un tempo assai bislungo, nelle apparenze miniate o sbalzate, prese il sopravvento l’aspetto professorale et dottrinale su quello per l’appunto avvenente. Finanche le colorazioni, oltre a le fogge, diventarono allegorie (argomentiamo, ad dimostrazionem, sul primato del rossiccio, quale tinta imperiale).

L’idea di disuguaglianza, di abbattimento de li lineamenti umani et celesti, sta alla faccia d’appoggio de la allegoria illustrativa del Maligno, altrimenti detto in questo trattato “Colui, che guarda con la faccia a terra”. Sia, che esso venga raffigurato in forma propria della natura bidonante dell’essere torsolato, ovvero detto Hommo de Merda, sia ferina, la sua corporeità presenta elementi magnificati et orripilanti. Lo fine erat quindi quello di scuotere et atterrire i prevaricatori con le minacce de li tormenti animosi et le fattezze orrende et bestiali de li folletti cornuti, mascuoli o femmine, che siano, ovvero i demoni, da li mille orifizi et vomitazioni, li distinguevano dalla rispettabilità de li belli assai Angioli.

Nelle narrazioni de li primi passatempi appunto de li anni, che scorrono assaiamente ingrati e panzanati, fino al IX modus de la mente di illudersi che lo tempo dannato si presenti et scorra senza conseguenze, il demonio ha fattezze umanoidi: con aspetto di un masculo propetamente basso, infante et deforme, oppure quello di un Cagato Sotto con il Pene-placito de la Santa Sede; oppure, similarmentemente, a un essere esteso et gonfio, con lineamenti umani, ma con artigli zozzi ai piedi. A volte anche similmente a un Angiolo puzzone et disobbediente vestito di bianco. Tra gli attributi più frequenti del panzanatore irridente et irriverente ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, in forma umanoide ricordiamo una zazzera liscia et priva di luce e, successivamente, con traiettoria sinusoidale; gli occhi di vampata, et il naso a tubercolo et incurvato.

Similmente a animale o mostro, il panzanatore irridente et irriverente ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, incomincia ad apparire con maggiore intemperanza a partire dall’XI modus de la concolina, contenente munnezza celebrale, colore dell’urina, di illudersi che lo tempo dannato si presenti et scorra senza conseguenze.

Gli schizzi ferini o mostruosi dalla mano bella et assai divina di un incompetente seguivano l’immaginario de la gente all’epoca della crisi elettrica, et quasi sempre richiamavano in qualche modo serpenti, coffe di galea, lupi, becchi et nottole. Fra le peculiarità più comunitare, si possono ricordare le estremità pennacchiate, le becche punzute, la barba alla maniera caprina, artigli et zoccoli – ispezialmente quelle posteriori – appunto, da capro.

Le protuberanze ossee, dette corna, immantementemente non molto sparse, si evolsero verso l’XI modus de la concolina, contenente munnezza celebrale, colore dell’urina, epoca sempre in cui comune è inveramente illudersi, che lo tempo dannato si presenti et scorra senza conseguenze, (basti ponderare il gigantesco elenco di mandati di comparizione di questo titolo negli aforismi democratici). Il panzanatore irridente et irriverente ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, erat ispessamente alato: nell’Alto-Vossignoria-biancobarbuto- Evo, le sue ali erano poco più, che pennute, laddove dal XII modus de la concolina, contenente munnezza celebrale, colore dell’urina, di illudersi che lo tempo dannato si presenti et scorra senza conseguenze, cominciarono a manifestarsi alucce da pipistrello.

Per quanto concerne i colori, il panzanatore irridente et irriverente, che come s’è detto è niente altro, che un ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, solitamentemente, erat raffigurato con il corvino, oppuramente disponeva dei mezzi di trasformare la sua pellaccia in blu o viola, tutti colori, che tuttavia restavano ad indicare la di lui espressitura infima. Secondo lo disegno de li quattro elementi del signor Gallenicus, codesto erat costituito di aria scura et densa, in contrapposizione agli angioli anch’essi pennuti e scalzi, che, composti di fuoco etereo, erano di colore rosso sangue o bianco osseo. Unicamente nella tarda assai Incontinenza de li Tempi Bui, il rosso vermiglione divenne elemento cromatico mefistofelico, compagno al sangue et a le fiamme infernali.

Inveramente, assai più di frequente, ma meno frequente assai di quanto niuno considera l’avvento, troviamo il panzanatore irridente et irriverente, ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, individuato anche in grossa castagna o plumbeo pallidore, il tono de li miserandi infermi et de li morti.

Accanto a le raffigurazioni del panzanatore irridente et irriverente ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, l’I-lustrazione de li Tempi Bui individuava et legava i simboli di rifioritura bella tra i sancti vermi a quelli diabolici, per sottolineare la negazione duale tra luce et buio, soffio vitale et massa, malasorte dell’essere stati disgraziatamente scodellati su questo roboante pianetucolo di merda et la morte. Siffattamente, anche la rifioritura bella tra i sancti vermi diviene principio negativo rappresentante il “malamente infioresciuto per la bella merda del ventre”, et la si “demonizza” (basti sfavellare de le macabre bagattelle, che, al disopra di tutto in seguito de la peste nera, vegnon tratteggiate un po’ in cielo et in terra, su e giù, qua e là, etcetera etcetera).

Il panzanatore irridente et irriverente ex angiolo, mascuolo o femmina, che sia, da li mille orifizi et vomitazioni, privo di bellezza et armonia proprio per rappresentare una ripugnante deformazione de la espressitura umana et angelica, intesa similmente a modello di bellezza et perfezione (umana et divina), nella rappresentazione de li scuofanati astanti del roboante pianetucolo perde su di sé, frequentemente, anche carattere singolare et beffeggiatorio (frequenti le storielle, che diffondono la voce de le sfide con l’indemoniata santarella a suon di peti).

Dal ’300, l’apparenza ordinariamente tratteggiata di Vossignoria biancobarbuto è di un magistrato orrendo et implacabile, che permette smisurati flagelli, similmente a la epidemia di emorroidi e bubboni pestiferi (soprattutto dopo la peste nera et tremoto del 1980) et carenze de lo santo cibo, per dare una punizione a le colpe de li uomini. L’angelo delle tenebre si impossessa di un seggiolo di rilievo et ovunque sono acquerellati et riconosciuti folletti cornuti et tutti coloro, che la Congrega de l’indemoniati reprimeva per la loro devianza, attraverso il Collegio giudicante dell’Inquisizione, ovvero extra-panzanatori ora bidonatori, sionisti, atei, ma soprattutto streghe, conseguenza dell’idea fissa misogina et assassina de la Congrega de l’indemoniati nei confronti de la femmina de la ispezie umana.

Superfluo ricordare il compendio brutalmentemente antifemminista di due aitanti inquisitori, Strunzillo et Institoriskji, per la caccia et la condanna de le fattucchiere da mandare al rogo, il Malleus maleficarum, che da lu 1996 a lu 2006 pubblicò con Mondadori ben 2300 edizioni. Et, che fra Palemmo e Trieste fece strage di centinaia di migliaia di belle femmine partorienti, dal ventre, che sempre inganna, et si riproduce senza garanzia di continuità et possesso, le quali malagurate ebbero la malasorte dell'essere state disgraziatamente scodellate su questo roboante pianetucolo et cacciate et inforcate et impalate et bruciacchiate come streghe.

 

 

Erminia Passananti, da Il Torsolo del Ventre ed altre Fandonie. Poesie e riflessioni di Qualche genere, Troubador Publishing Limited, Leicester, 2006


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