Bisogna dare la possibilità alle famiglie e ai datori di lavoro di mettere in regola gli stranieri incensurati che lavorano in nero presso di loro. (Già al momento della legge Bossi-Fini presentai in Senato un disegno di legge che andava in questa direzione).
Non si può non prendere atto con realismo che sono alcune centinaia di migliaia le domande già presentate da cittadini italiani per la regolarizzazione di lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese in occasione del recente decreto flussi.
È questo l’unico provvedimento efficace e realistico per combattere l’immigrazione clandestina e per interrompere il pericolo di collusione continua tra clandestinità e criminalità.
Fare emergere il lavoro nero di questi lavoratori vuol dire mettere in condizione lo Stato e le istituzioni di conoscere le loro generalità, conoscere dove vivono, verificare la loro capacità di sussistenza e, cosa non da sottovalutare, combattere l'evasione fiscale.
Il primo punto di equilibrio sulla questione immigrazione si trova togliendo dall’area della clandestinità tutti coloro che non hanno commesso reati e che con il loro lavoro rispondono alle necessità delle famiglie e delle nostre imprese. Costretti a lavorare in nero perché la legge Bossi-Fini non gli consente l’emersione neppure se è d’accordo il datore di lavoro.
Roberto Biscardini