L'Associazione Antigone ha denunciato ieri la morte in circostanze non chiare in carcere di una donna al sesto mese di gravidanza. La donna sarebbe giunta all'ospedale ormai in coma e con il bambino morto in grembo.
La donna, straniera, era apparentemente appena giunta in Italia ed aveva confessato al magistrato di aver ingerito alcuni ovuli di cocaina.
Ci chiediamo come sia possibile mandare in carcere una donna al sesto mese di gravidanza, per lo più se si è a conoscenza di fatti che indichino potenziali problemi di salute anche gravissimi. C'è stata almeno una visita medica approfondita prima dell'incarcerazione? Non è stato violato in questo caso l'art. 275 cpp che prevede il divieto di carcerazione preventiva, se non in casi di eccezionale rilevanza?
Già la prossima settimana presenteremo una interrogazione ai ministeri della Giustizia e del Welfare e Salute per chiedere che vengano accertate eventuali responsabilità. Una tale tragedia era e doveva essere prevenuta. Ed il fatto che non lo sia stata, ci impone di riflettere anche sul modo in cui il nostro sistema giudiziario e penitenziario si fa carico delle donne in gravidanza.
Donatella Poretti e Marco Perduca
parlamentari radicali eletti per il Partito Democratico