Cosa bolle in culdera
Claudia Sterzi. Reato di agricoltura? 
Corte di Cassazione: è reato la coltivazione domestica di cannabis
27 Aprile 2008
 

Roma, 24 aprile 2008 – La Cassazione «ha mantenuto una giurisprudenza molto negativa». Così Rita Bernardini, leader di Radicali italiani e neo eletta alla Camera nella fila del Pd, commenta la pronuncia della Suprema Corte secondo cui la coltivazione domestica di piante di cannabis è sempre reato.

«La nostra risposta di Radicali, non da soli speriamo» aggiunge Bernardini, «la daremo nei prossimi giorni a Chianciano con l'Assemblea dei Mille lanciando l'iniziativa di una forte associazione antiproibizionista che continui a praticare l'informazione e la ricerca, in particolare sulla cannabis». «In quella sede», conclude la segretaria dei Radicali, «rilanceremo la pratica della nonviolenza e della disobbedienza civile contro i crimini della politica e degli spacciatori». (da una nota di agenzia letta a Radio Radicale)

 

 

Roma, 24 aprile 2008 – La Sentenza di oggi, con cui la Cassazione ha fatto prevalere una interpretazione restrittiva della legge sulla autoproduzione della cannabis, non è soltanto la conferma del clima proibizionista che regna nel nostro paese, ma arreca anche un grave danno a tutti i malati che potrebbero beneficiare degli effetti terapeutici della cannabis naturale, e saranno costretti a rinunciarvi, o alternativamente a rivolgersi alla criminalità organizzata.

Si tratta dell'ennesima conferma del fatto che il proibizionismo, specie quando applicato al campo della salute, non ha altro effetto che quello di alimentare l'illegalità, limitando nel contempo le possibilità di cura di migliaia di persone che soffrono di gravi patologie.

Su Soccorso Civile, il portale dei diritti dell'Associazione Luca Coscioni (www.soccorsocivile.it), sono disponibili tutte le informazioni sugli effetti terapeutici della cannabis, e le esperienze concrete di chi, dovendosi misurare con gravi patologie, continua ad essere penalizzato da leggi proibizioniste che ne limitano la libertà di scelta e di cura. (dichiarazione di Alessandro Capriccioli e Josè De Falco, membri di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni)

 

 

Roma, 24 aprile 2008 – La sentenza della Cassazione conferma l'impianto ultra-proibizionista della legge “Fini-Giovanardi” che arriva a penalizzare anche comportamenti che non ledono libertà o prerogative di altri che non siano la morale da stato etico tradotta in legge dal Governo Berlusconi nel febbraio 2006. Con queste premesse è chiaro che nella XVI legislatura il Popolo della Libertà non potrà che aggravare ulteriormente i fallimenti del “controllo delle droghe” con politiche sempre più repressive anche in onore delle necessità di promozione di leggi emergenziali per garantire la sicurezza in Italia. Questa reazione va contrastata con la nonviolenza gandhiana, ma anche col ricorso alle esperienze positive di altri paesi e sulla totale mancanza di argomenti scientifici dei dogmi proibizionisti. Nei prossimi mesi pubblicheremo alcuni studi e analisi sui dati dei fallimenti degli ultimi decenni relativamente al “controllo delle droghe”. (dichiarazione di Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e eletto radicale al Senato col Partito Democratico)

 

 

BELLA MANIFESTAZIONE, BRUTTA SENTENZA

 

I supremi Giudici, a corti riunite, hanno rigettato le sentenze precedenti e hanno stabilito, in piena sintonia con la linea politica espressa dagli ultimi risultati elettorali, che il proibizionismo in Italia non ha fatto abbastanza danni. È secondo loro opportuno persistere e perdurare in un'ottica punitiva e coercitiva che entri nel privato degli individui censurando un fatto totalmente privato e privo di ogni conseguenza sugli interessi dei terzi, quale la coltivazione domestica di una pianta, la canapa, che vedeva l'Italia, agli inizi del Novecento, seconda nazione nel mondo, dopo la Russia, per la produzione.

Di canapismo non è mai morto nessuno, anzi la canapa, in ogni sua varietà, ha dimostrato proprietà terapeutiche avanzate, oltre a una gamma di usi varia ed inconsueta.

Non è più tollerabile una simile follia legislativa; gli effetti che essa produce sono controproducenti e dannosi; se si può discutere sulle modalità di legalizzazione delle droghe, non è possibile permettere la demonizzazione di un atto innocuo e personale come la coltivazione di una qualsiasi pianta sul proprio balcone o giardino.

La coltivazione domestica libera potrebbe costituire una prima conversione da un sistema proibizionista ad uno liberale, a rischio minimo e nel rispetto dei diritti personali.

Rinnovo l'invito a Chianciano il 2, 3 e 4 maggio per l'Assemblea dei Mille e per la costituzione dell'Associazione radicale antiproibizionista.

 

Claudia Sterzi

(dal blog @.r.a. - Associazione radicale antiproibizionista)


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