Nessun patto rispettato. Anche se il risultato è quello messo nero su bianco nell'accordo sottoscritto col Pd prima delle elezioni, e cioè una pattuglia di 9 radicali in Parlamento, a via di Torre Argentina si sottolinea come solo 6 dei parlamentari radicali sono stati “nominati” per volontà del Pd, mentre gli altri 3 eletti devono ringraziare il caso o, meglio, il crollo della Sinistra Arcobaleno che nessuno alla vigilia poteva ipotizzare. «Solo sei», fa notare Emma Bonino, «sono stati eletti per una scelta determinata del Pd, gli altri arrivano in Parlamento “per caso”, per la sconfitta drammatica dell'Arcobaleno».
Non solo, rincara la dose la segretaria di Ri, Rita Bernardini, eletta alla Camera insieme a Marco Beltrandi, Maurizio Turco, Matteo Mecacci, Maria Antonietta Farina Coscioni ed Elisabetta Zamparutti. «Da radicali» assicura «siamo consapevoli che la democrazia non esiste in questo Paese e che entriamo in questo Parlamento da nominati, in un sistema che violenta e ferisce la democrazia». Con questa «responsabilità e consapevolezza», e con l'impegno nel «cambiare da dentro le istituzioni», sottolinea Zamparutti.
Bernardini rassicura i militanti radicali, «che ci hanno compreso in un momento difficile come quello della scelta di entrare nel Pd, senza il nostro simbolo e con l'esclusione di personalità importanti come D'Elia e Pannella».
La “pattuglia” radicale a Palazzo Madama è composta da Marco Perduca e dalla deputata uscente Donatella Poretti, oltre che, naturalmente, da Emma Bonino, che per il Senato era capolista del Pd in Piemonte.
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I Radicali rispetteranno l'impegno preso con il Pd. Quindi, in Parlamento entreranno nel gruppo unico, ma chiedono al partito di Walter Veltroni una riflessione che porti a una nuova regolamentazione del gruppo parlamentare, per consentire a tutte le diverse identità politiche di potersi esprimere.
In una conferenza stampa per presentare i 9 candidati radicali eletti in Parlamento nelle file del Pd, Emma Bonino e Rita Bernardini hanno garantito che la «parola data sarà rispettata. Manteniamo l'impegno a far parte di un unico gruppo parlamentare. Ma» osserva Bonino «ritengo sia indubbiamente anche interesse del Pd non riproporre lo stesso regolamento del gruppo adottato negli scorsi anni. È invece necessaria una riflessione per adottare nuove regole che consentano l'espressione delle opinioni e posizioni politiche di tutti».
Dei 9 eletti radicali, 6 siederanno a Montecitorio, 3 a palazzo Madama. Nella nuova legislatura saranno senatori radicali, ma nel gruppo del Pd, Emma Bonino, Donatella Poretti (già deputata), e Marco Perduca. I deputati sono invece Marco Beltrandi (onorevole uscente), la segretaria Rita Bernardini, Matteo Mecacci, Maurizio Turco (deputato uscente), Maria Antonietta Farina Coscioni (che viene eletta grazie alla diversa opzione di cesare Damiano) e, infine, Elisabetta Zamparutti.
Quanto all'esito del voto, Bonino riconosce «l'evidente vittoria del Pdl, con il contributo pesante della Lega, che è espressione del mutamento della società italiana. È proprio il Nord produttivo che col voto sceglie di innalzare barriere e che prende a simbolo il libro di Tremonti. Il Pd sicuramente non ha capito questo». Infine, per Bonino sarà necessario «affrontare seriamente il tema delle riforme per evitare che il maggioritario, uscito dal voto, si sfaldi. Noi siamo appassionati del sistema anglosassone, il Pd preferisce il francese, ma il dibattito deve aprirsi».
(da note di agenzia lette a Radio Radicale, 16 aprile 2008)
Fonte: Radicali.it