Diario di bordo
Marco Lombardi. I “confini” della tortura
14 Aprile 2008
 

Nella frenesia elettorale italiana, sono passate sotto tono le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti d'America ad ABC News, sull'uso di violenze ai detenuti di Abu Ghraib. Ad una basita intervistatrice, Bush non solo ammette di essere al corrente delle riunioni in cui i suoi addetti alla sicurezza nazionale ordinarono l'uso di maniere forti, ma soprattutto ne vanta la legittimazione legale. È plausibile che le pezze di appoggio cui egli si riferisce, siano le stesse citate nel memorandum di ottantuno pagine redatto da John C. Yoo, ex giurista del Dipartimento di Giustizia americano, datato 14 marzo 2003. Senza parlare di alcun ordine impartito dalla Casa Bianca, il signor Yoo, oggi professore di legge presso l'Università della California, cita comunque almeno due ragioni legali ad eventuale tutela del Presidente e del suo staff. Primo, ai prigionieri di Guantamano non sarebbe applicabile la Convenzione di Ginevra. Secondo, le leggi americane ed internazionali proibiscono solo le forme di violenza che procurino minaccia di “morte immediata” al prigioniero. Quelle compiute a Guantanamo, fra cui il memorandum cita il waterboarding - una sorta di affogamento parziale -, non furono intese a minacciare morte immediata, dunque incompatibili con la fattispecie giuridica di tortura.

Evidenti le conseguenze che una simile tesi provocherebbe in sede di diritto internazionale, nella sciagurata ipotesi che fosse ritenuta valida. Il caso Bolzaneto sarebbe l'esempio a noi più vicino, in un'interpretazione che annienterebbe più di un processo in corso.

 

Marco Lombardi

(da newsgroup ANED Torino, 14 aprile 2008)

 

 

Segue uno stralcio dell'intervista rilasciata da G.W. Bush alla giornalista Raddotz, interamente visionabile, in lingua originale, sul sito web di ABC News.

 

[...]

Raddotz Abc News ha riportato questa settimana delle riunioni fra tutti i suoi ufficiali anziani per la sicurezza nazionale - incluso il vice-presidente Cheney -, che approvarono, tutti si riunirono ed approvarono, metodi di interrogatorio sempre più incisivi verso i detenuti, incluso il waterboarding...

Bush – Si riferisce al 2003?

R – Lei ne era al corrente? Lei ne era al corrente?

B – Se ero al corrente che venivano utilizzati sempre più incisivi...

R – Che loro si riunirono?

B – Certamente. Si riunirono per tutto il tempo

R – E approvarono quello?

B – ... una varietà di questioni

R – E approvarono quello?

B – Sì

R – Non le creò problemi?

B – Nel 2003?

R – Sì

B – No, voglio dire, come un dato di fatto lo comunicai al paese. E dissi anche che era legale. Noi abbiamo pareri legali che ci permettono di farlo. E, no, non mi feci alcun problema nel tentarne di tutte al fine di ottenere ciò che Khalid Sheik Mohammed sapeva

R – Ok

B – E sa cosa? Credo sia molto importante per il popolo americano capire chi fosse Khalid Sheik Mohammed. Era la persona che ordinò l'attacco suicida - mi riferisco all'attacco del 9/11. Di conseguenza, c'erano tutte le premesse affinché il popolo dicesse “ecco, l'amministrazione non sta congiungendo i puntini”... dovresti ricordare quel periodo

R – Lo ricordo

B - Ecco, noi avviammo a congiungere i puntini, al fine di proteggere il popolo americano. E, sì, io sono al corrente che il nostro staff per la sicurezza nazionale si riunì su questo tema. E lo approvai. Non capisco cosa ci sia di nuovo in tutto ciò; non vedo cosa ci sia di sorprendente

[...]


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