Diario di bordo
Governo. Emma Bonino: “Ecco il bilancio dei miei due ministeri”
12 Aprile 2008
 

Da oggi sono accessibili sui siti del Dipartimento per le Politiche Comunitarie e del Ministero del Commercio internazionale i bilanci dei venti mesi di attività al governo del ministro Emma Bonino. Il rapporto sulle politiche europee, dal titolo “Perché abbiamo bisogno di più Europa”, denuncia che la politica europea è stata troppo a lungo considerata da noi una politica minore e che intaccare la cronica mancanza di disciplina, che l'appartenenza all'Europa imporrebbe, non è facile in un paese spesso ingessato dalle proprie procedure e consuetudini. L'operato del Ministro Bonino si è concentrato su tre priorità: contare di più in Europa, rafforzando il coordinamento delle posizioni italiane a Bruxelles; rimettere le carte in regola, soprattutto sul piano delle infrazioni al diritto comunitario e al recepimento delle direttive Ue; innervare il più possibile con le innovazioni europee la legislazione, la società e l'economia del nostro paese.

«Il forte europeismo degli italiani», sostiene Emma Bonino, «si è raramente tradotto in un'azione strutturata, capace di dare al paese un ruolo altrettanto forte nella costruzione quotidiana dell'Ue. E' quello che abbiamo tentato di fare in questi venti mesi, perché non si può riformare l'Europa senza al tempo stesso riformare l'Italia. In questo senso, per l'Italia l'Europa rimane una sfida continua».

 

Il messaggio chiave del rapporto sul commercio internazionale, dal titolo “Esportare l'Italia”, è che il mondo non aspetta l'Italia. La qualità dei prodotti italiani è rinomata a livello internazionale e il nostro export non ha mai goduto di così buona salute (+ 9,7% nel 2007) ma non è il caso di sedersi sugli allori. Per questo, il Ministro Bonino ha ritenuto, sin dall'inizio del suo mandato, di riorientare la strategia basandola su due piani principali: fissando linee direttrici sull'attività promozionale più durature nel tempo (triennali) e identificando i mercati maturi o emergenti più attrattivi sia dal punto geografico che merceologico. L'obiettivo essendo, data l'esiguità delle risorse finanziarie disponibili per l'internazionalizzazione, che gli interventi siano concentrati o quantomeno coordinati per creare la necessaria massa critica. L'azione del Ministro Bonino si è poi concentrata su diversi fronti, sia interni che esterni: In Italia, ottenendo in Finanziaria risorse destinate al sostegno all'export per la prima volta per un totale di € 165 milioni e stringendo accordi di programma con le Regioni per evitare di presentarsi in ordine sparso nel mondo; in Europa, affermando le nostre ragioni nell'ambito della politica commerciale comune soprattutto in sede WTO, ottenendo l'applicazione di misure antidumping temporanee per casi di concorrenza sleale (calzature dal Vietnam e dalla Cina, compressori ad aria dalla Cina) e avviando la procedura del "doppio monitoraggio" per tenere sotto controllo i prodotti tessili dalla Cina; nel Mondo, effettuando 28 missioni di sistema, portando avanti una ferma lotta alla contraffazione (con l'apertura di tredici desks anti-contraffazione nel mondo), e rilanciando le commissioni miste bilaterali.

Secondo Emma Bonino «fare il ministro del commercio internazionale vuol dire anzitutto sintonizzare il paese con il mondo che cambia. Molte imprese hanno capito che è necessario affrontare il nuovo contesto globalizzato a viso aperto, rimettere in discussione vecchi dogmi, e soprattutto rischiare. I miei sforzi in questi venti mesi di governo», continua il ministro, «sono stati dedicati ad incitare tutti gli attori, pubblici e privati, a contribuire ai molti successi che sono stati colti. Tutte queste energie sono il vero motore dell'Italia: tutto ci possiamo permettere, tranne che si spenga proprio adesso. Anche per questo sono dell'avviso che sia necessario un ministro a tempo pieno per sostenere l'internazionalizzazione delle nostre imprese».

 

 

Fonte: Radicali.it


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