Diario di bordo
Marco Pannella. «Tibet libero significa anche Cina libera» 
Al “Giro dell'Italia nuova” di Veltroni i Radicali con le bandiere tibetane
17 Marzo 2008
 

Un appello a rispondere alla repressione in Tibet con la nonviolenza è stato lanciato dal leader radicale Marco Pannella, che è intervenuto al sit-in di protesta a Roma per la repressione in Tibet davanti all'ambasciata cinese.

Pannella ha ricordato che «la carta delle Nazioni Unite è chiarissima e occorre rispettare i diritti umani e politici».

«Tibet libero», ha proseguito Pannella, «significa anche Cina libera, mentre a Pechino sta prevalendo una parte del gruppo di potere che ha paura della libertà: si sentono deboli», ha aggiunto «e diventano vili, schiacciano popoli inermi».

Quindi, rivolgendosi dal megafono direttamente all'ambasciatore, Pannella ha detto: «L'ambasciatore sappia che siamo convinti che la via della crescita della Cina passa attraverso questa nostra azione e non attraverso la prepotenza del potere statuale a Pechino. Viva la religione della libertà, basta» ha concluso Pannella «con talebani e vaticani».

 

«Tibet libero», «Lunga vita al Dalai Lama» e «Cina fuori dal Tibet» sono tra gli slogan che centinaia di persone (500 secondo gli organizzatori) stanno gridando fuori dall'ambasciata cinese a Roma in segno di protesta contro la repressione di Pechino nella regione autonoma occupata dai cinesi nel 1949. Un mare di bandiere con i colori del Tibet della Sinistra Arcobaleno, di Radicali italiani, dell'organizzazione nonviolenta Nessuno tocchi Caino sventolano a via Bruxelles.

«È il momento di agire rispondendo con la massima nonviolenza e a estreme armi, estreme risposte», ha esordito Marco Pannella invitando i dimostranti a rispettare quanto affermato questa mattina dal leader spirituale dei tibetani, il Dalai Lama, alla non-violenza dopo i violenti scontri a Lhasa. Secondo l'inossidabile leader radicale i cinesi hanno paura della libertà dei tibetani, ma anche dei connazionali e dei mongoli: «Noi non abbiamo il potere, ma la forza», ha gridato al megafono Pannella. «Basta con talebani e vaticani», ha attaccato, «difendiamo tutti, anche uomini e donne cinesi».

 

(da note di agenzia lette a Radio Radicale, 16 marzo 2008)

 

 

Veltroni in Piemonte

I Radicali ci saranno con le bandiere tibetane per chiedere rispetto dei diritti umani in Cina e in Tibet

 

Torino, 16 marzo 2008. In occasione dell’arrivo in Piemonte del “giro dell’Italia nuova” guidato dal candidato premier Walter Veltroni, i Radicali parteciperanno alle manifestazioni del Partito Democratico con le bandiere del Tibet.

Questi gli appuntamenti:

Lunedì 17 marzo: Verbania ore 11 Piazza Ranzoni
Novara ore 15:30 Cortile del Broletto.

Martedì 18 marzo: Torino ore 20:30 Piazza Castello.

Giovedì 20 marzo: Cuneo ore 14:30 Piazza del Municipio.

 

Quello che sta accadendo in queste ore in Tibet è l’ennesimo episodio di repressione violenta messo in atto dal Governo cinese. È una ulteriore tappa di un genocidio che la Cina sta attuando senza sosta da oltre 50 anni, nel sostanziale silenzio della comunità internazionale. In una occasione tragica come questa fa tristezza ripensare alla recente visita del Dalai Lama in Italia e al mancato incontro con Prodi e D’Alema. Da alcuni giorni Sergio D’Elia, insieme ai Vice Presidenti del Partito Radicale Nonviolento, Matteo Mecacci e Marco Perduca, sono a Dharamsala (sede del Governo tibetano in esilio) per sostenere la causa tibetana. Per dare forza alla nonviolenza del popolo tibetano parteciperemo alle manifestazioni piemontesi del Partito Democratico con le bandiere tibetane e inviteremo i partecipanti a sventolarle insieme a noi. Con questo gesto chiediamo al Governo italiano e a Walter Veltroni di prendere posizioni inequivocabili nei confronti della necessaria autonomia del Tibet, dei diritti civili in Tibet come in Cina, contro la repressione di ieri e quella di oggi. Una Cina democratica è la premessa necessaria per un Tibet libero dalla barbarie e dalla violenza.

Chiediamo a tutte le Regioni italiane di aderire immediatamente all’Associazione dei Comuni, Province e Regioni per il Tibet, come segno tangibile di una vicinanza e di una appartenenza alla comune causa di libertà e di democrazia. Chiediamo infine ai cittadini di partecipare alla campagna ‘una bandiera per il Tibet’, esponendo la bandiera tibetana.

 

Bruno Mellano (Deputato radicale) e Igor Boni (Comitato nazionale Radicali Italiani)

 

 

Per ricevere la bandiera tibetana contatta il 340 9225352 (Claudia Pagliano)

Per informazioni sulla campagna “una bandiera per il Tibet”:

www.associazioneaglietta.it

 

 

Fonte: Radicali.it


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