Piero Cappelli: Lettera aperta al Papa-teologo Benedetto XVI
Benedetto XVI
Benedetto XVI 
08 Marzo 2008
 

Fratello Papa,

come cattolico le rivolgo innanzitutto il mio augurio di un pontificato all’insegna della volontà del Signore Dio e al servizio dei fratelli.

Le scrivo in maniera aperta perché le voglio sottoporre alcune idee che lei potrebbe prendere in considerazione dal suo soglio di papa-teologo.

Infatti quanto le vengo a proporre è proprio legato al suo ruolo di successore degli Apostoli, ma con una caratteristica molto significati e importante, come l’essere stato il primo teologo della Chiesa a salvaguardia della Dottrina cattolica.

 

Il suo predecessore Giovanni Paolo II ha chiesto perdono – a nome di tutta la Chiesa – per quanto nei secoli l’istituzione cattolica, attraverso i suoi esponenti, ha inferto a persone e gruppi in maniera ingiusta. Un perdono che tutto il mondo ha accolto con partecipazione e con riconoscenza, dopo molti e molti anni di silenzio.

Oggi – dopo questo atto importante – sarebbe bene che la Chiesa non dovesse più chiedere ‘perdono’ anche se gli uomini di Chiesa, come tutte le altre persone, sono potenzialmente dei peccatori. Solo Dio è perfetto.

E di fronte a questa possibilità di poter sbagliare di nuovo, non sarebbe bene avere modo – per tutti, credenti e non credenti, cattolici e non cattolici – di poter assistere ad un dialogo sulla Dottrina cattolica a partire dalle situazioni che danno molto disagio? Sto parlando di quelle problematiche incarnate da persone cattoliche che sono molto emergenti sia all’interno della Chiesa sia all’interno della società italiana, europea ed internazionale.

 

Parlo – tanto per entrare subito in argomento – delle visioni teologiche che albergano nel Corpo ecclesiale, presenti in varie parti del mondo e che chiedono di poter dire la loro parola.

Parlo degli omosessuali e delle lesbiche cattoliche, come dei divorziati e dei separati cattolici: loro domandano considerazione… parlo dei gruppi ‘dissidenti’ con la linea ufficiale della Chiesa cattolica di Roma e che troviamo presenti in molte parti del globo terrestre, impersonati da singoli e da movimenti. Parlo della figura femminile che non può diventare né diacono, né prete, né vescovo, ma al massimo suora e teologa,… parlo di… disagi e tutto quello che rimane di amaro nel cuore di chi non si è sentito compreso, ascoltato, accolto, amato… Ecco, sono questi alcuni degli argomenti per i quali è in pericolo la preparazione di un nuovo messaggio di ‘perdono ‘da rivolgere a questi e che nemmeno Giovanni Paolo II ha preso in considerazione. Abbiamo di fronte a noi un Papa-teologo come lei che incarna in questo momento storico praticamente la summa sia del Dono dello Spirito – l’elezione a Papa - sia della Dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica, l’essere il Primo Teologo come esperienza e cammino ecclesiale ed ecclesiastico.

 

Proprio in virtù di queste due opportunità che si presentano sulla scena mondiale in campo cattolico, che le vengo a domandare di poter trattare questi argomenti direttamente con le persone che incarnano questi problemi: vedere il Papa-teologo che si confronta con un esponente di questi ‘mondi’ non sintonici con la Dottrina cattolica. Occasione che servirebbe a tutto il mondo, laico e credente, di vedere in forma ravvicinata – un bel dialogo, nel rispetto reciproco come Lei sa fare in queste occasioni –, due posizioni diverse nel Corpo di Cristo che è la sua Chiesa, Lui che ne è il Capo supremo ed unico… perché sono i malati ad avere bisogno del medico e i peccatori ad avere bisogno del Signore (…), Lui che andava in casa dei peccatori e dei pubblicani per ‘guarirli’… (…)

Ciò avrebbe un triplice beneficio: un dialogo e uno scambio diretti e non deviati o interpretati da altri; un momento di riflessione per tutti, una possibilità di conoscere ulteriormente e meglio quello che bolle in pentola nel mondo cattolico oggi come oggi ed anche di potersi riconciliare – fin da subito – con questi ‘mondi’ che chiedono attenzione e amore reciproco. Senza aspettare qualche altro secolo prima di riconoscere semmai dei peccati compiuti dalla Chiesa attraverso i suoi esponenti…

 

Santità, a Lei il Servo dei servi di Dio, le domando questo Suo importante contributo di ascolto e di dialogo.

 

Il fratello in Cristo

Piero Cappelli


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