Temo che tutti i politici del mondo si siano messi d'accordo per estinguere la razza umana. Quelli delle 'potenze' e quelli delle 'non potenze' parlano allo stesso modo. “Corrono” (da soli o in compagnia), ma... dove vanno?!? Almeno loro sanno dove stanno andando?!? Sembrano fatti tutti con lo stampo: parlano, con aria assennata, con toni convincenti e picchi di 'sincerità' sconvolgenti, imboniscono le folle e se stessi, arringano e si arringano e il cittadino piccolo piccolo (che non ha visibilità e non ha voce) si sente invadere dalla disperazione: “Sì, ma io.../ e i miei figli..., la loro vita...., la loro sicurezza..., il loro futuro...?/ E i miei nipoti...? Come vivremo-vivranno..., per quanto...” I politici sembrano in preda al delirio, mentre indossano (tutti) occhiali-tornaconto visibili solo dall'esterno. Non ce n'è uno che parli di vita, di morte e di sopravvivenza. L'America ne ha pochi che “corrono per le presidenziali”, noi ne abbiamo intere mute agguerrite. Corrono tutti contro la vita. Non ho sentito un solo discorso, un solo programma che parli delle molteplici direzioni che potrebbero aprire uno spiraglio per il futuro e per la vita. Somigliano tutti a macchinisti che, sapendo di essere su un treno lanciato in velocità su binari senza prosecuzione, si scarmiglino e si aggroviglino, disputandosi gli arredi e le 'ricchezze' contenute nei vagoni occupati dai passeggeri, immemori della direzione del treno su cui viaggiano, della responsabilità nei confronti delle vite umane loro affidate e del fatto che il treno precipiterà e si frantumerà nel burrone dopo alcuni chilometri, trucidandoli tutti. Pensando ai miei nipotini non ancora nati, mi sento stringere il cuore, anche perché non vedo schiarite-speranza. Siamo ridotti a dover sperare che gli Alieni esistano e che vogliano intervenire per far cessare almeno i delitti contro la natura, perché i popoli sono inermi da sempre, simbiondi del mexica Motecuzoma (Montezuma nella pronuncia spagnola errata): colui che potrebbe annientare i quattro straccioni arrivati dal mare e che si toglie le scarpe e gli va incontro a piedi nudi... La speranza è un bene prezioso. Non voglio che i nostri figli la perdano..., ma non so fare altro che rivolgere il pensiero a Dio e, onestamente, non so bene neanche che cosa chiedergli, perché dovrei chiedergli troppe cose. I miracoli da ottenere sarebbero davvero tanti, uno per ogni mente di coloro che comandano. Dio dovrebbe impadronirsi delle menti di tutti i politici della terra e dirigerle verso le decisioni risananti... I sogni sono possibili, comunque... Non ci restano che quelli e... le preghiere... In fondo, Dio è il solo che tutto può (chissà, magari farà scendere lo Spirito Santo sul popolo e lo farà sollevare contro le demagogie fuorviate/fuorvianti prima che l'intero gregge finisca nel burrone a capo chino...).
A Napoli, la gente ha cominciato a ribellarsi..., il resto del popolo non comprende... (cui prodest?). Il problema “sarà affrontato” e la gente se ne dimenticherà, istupidita e ipnotizzata dai vari placebo-Grandi Fratello (per le mandrie produttrici di eco-balle- perché “eco” poi, se tutto sono fuorché ecologiche). “Sarà affrontato” (?!?): ciò che conta è che la gente non veda più l'immondizia sulle strade, altro non le interessa. ‘Risolto’ il problema non sarà, per molto, molto tempo (perché l’immondizia è stata/è anche fabbrica d’oro, per chi in lingotti ha saputo/ sa trasformarla - specialmente se ha tanto pelo sullo stomaco, da attutirvi l’impatto con la realtà dell’immondizia-fabbrica di diossina e di morte). Il tanto blaterare ha ventilato la necessità dei termovalorizzatori e della raccolta differenziata e ha ‘poeticamente’ quantificato il potenziale letale della diossina da falò selvaggio e di quella da ciminiera di termovalorizzatori. La scelta fornita alla vita umana è quella tra il male maggiore e il male minore. Né più, né meno. Bruciando l’immondizia con il fai da te, si muore di tumore in tanti e più in fretta, perché si produce la diossina e la si sparge attorno subito e in abbondanza. Bruciando l’immondizia con termovalorizzatori, si muore di tumori più lentamente, perché si produce meno diossina e la si deposita/accumula attorno nel tempo. È terribile ciò che la capacità di imbonitore dell’essere umano riesce a far accettare alla mente dei suoi simili…! Siamo davvero a un passo dall’estinzione, se possiamo accettare che si parli della vita umana in termini di statistiche e di numeri più o meno appariscenti o spaventosi.
Il problema non è quanta diossina/quanti tumori/quante vite umane… Il problema è: crea diossina? Provoca tumori? Uccide vite umane? Perché anche una sola vita umana è un prezzo troppo alto da pagare!!!
La conclusione, allora, è: l’immondizia in sé non ha mai ucciso nessuno; ciò che la rende letale è la plastica che vi è mescolata. La raccolta differenziata risolve il problema? No!!! Perché ricicla soltanto la plastica di un certo tipo, ma lascia nell’immondizia i sacchetti, le vaschette e gl’imballaggi (a perdere) vari. Ben venga la raccolta differenziata: è necessaria, per riciclare il molto che è riciclabile, ma non basta e risolve meno della metà del problema. I vari parlatori-imbonitori, dunque, devono dire che è tempo di pensare a sopravvivere e che ciò non è possibile senza smettere di gettare nella spazzatura tonnellate e tonnellate giornaliere di imballaggi tossici. Occorre smettere di fabbricarli e di distribuirli con le varie merci, senza dare al cittadino molte chance di scelta. Chiudere le fabbriche relative sarebbe disastroso, per l’economia… Occorre, allora, diversificare la produzione delle varie industrie produttrici degli imballaggi tossici.
Capisco che il 'pil' famoso sia lavoro, benessere e cibo per tutti, ma capisco anche che ai morti di tumore non serva né pil né cibo. È tempo di trovare un’alternativa alla fabbricazione di imballaggi dannosi. I sacchetti di plastica stanno deturpando il mondo (e vi assicuro che persino l’Africa ne è ammorbata). È tempo di smettere di fabbricarli, toglierli dalla circolazione e sostituirli con sacchetti di stoffa o almeno di mater. Dobbiamo cominciare a tornare sui nostri passi, se vogliamo sopravvivere. Ci siamo spinti fin troppo in là…
Bruna Spagnuolo