Adesso è chiaro, finalmente. «La cultura radicale e le loro battaglie sono sempre state da noi contrastate, in quanto opposte ai valori cattolici», dice sicuro il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino (foto). È chiaro, adesso, finalmente perché non ci si è accorti della loro voce quando Marco Pannella, Emma Bonino, Sergio D’Elia, i radicali e Nessuno tocchi Caino erano impegnati a conquistare la moratoria delle esecuzioni capitali e il voto positivo dell’assemblea generale dell’ONU. È altrettanto chiaro, adesso, finalmente, perché non ci si è accorti della loro voce quando Marco Pannella, Emma Bonino e i radicali erano impegnati nelle iniziative contro lo sterminio per fame nel mondo. Ricordate? “Svuotate gli arsenali, riempite i granai” è un qualcosa che Famiglia Cristiana ritiene «opposto ai valori cattolici».
Curiose logiche, animano il settimanale dei paolini. Non intendono dare indicazioni di voto, ma “scomunicano” l’accordo elettorale tra PD e radicali, «a nostro parere è un errore perché ha annacquato la scelta iniziale di Veltroni di correre da solo, la vera novità di questa campagna».
Allora: Veltroni e Antonio Di Pietro si “apparentano”. Poi il Partito Democratico respinge la proposta dei radicali di un’analoga lista radicale “apparentata”, e “offre” nove candidature nelle sue liste. Cosa ne ricava don Sciortino? Che quei nove candidati fanno cadere in contraddizione Veltroni, mentre l’“apparentamento” con Di Pietro no. Se qualcuno sa spiegare la logica, faccia la cortesia di comunicarla anche a noi.
Don Sciortino a denti stretti è costretto ad ammettere che dal sondaggio commissionato da Famiglia Cristiana emerge che ben il 40 per cento degli interpellati ritiene che non ci sia problema per un cattolico votare uno schieramento che comprende anche il Partito Radicale; e cosa ne ricava? L’angosciante interrogativo: «Come si fa a votare uno schieramento che include i radicali, che non perdono occasione per attaccare e irridere la Chiesa, il papa e i valori cristiani?».
Attenzione: don Sciortino con “leggerezza” dice due cose false: dica una sola occasione in cui Pannella e i radicali hanno irriso la Chiesa, il papa e, soprattutto, i valori cristiani? Attaccare, o meglio, criticare, le scelte politiche e le quotidiane ingerenze di questo pontefice e della sua curia, questo sì. Sarà del resto consentito esprimere opinioni in dissenso da quello che oltretevere viene impartito e si vorrebbe imporre? Ma irridere significa avere un atteggiamento improntato a scherno, mancanza di rispetto. Sa quello che dice, don Sciortino? Parrebbe di no. Mettiamola così: il bilancio del giornale è in pesante deficit, le copie vendute calano; l’editore ha presentato un piano di riorganizzazione e i giornalisti hanno affidato al comitato di redazione un pacchetto di venti giorni di sciopero. Forse don Sciortino dovrebbe pensare a qualcosa d’altro che alle sue “scomuniche” politiche, e prendere atto che si vive in un paese – quel 40 per cento lo certifica – dove i “non expedit” non funzionano più.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 27 febbraio 2008)