Diario di bordo
UDI Napoli. “Vis-à-vis” • Le manifestazioni di San Valentino • Oggi a Padova 
Una di fronte all'altro. La forza delle ragioni e i muscoli dell'indecenza
16 Febbraio 2008
 

Vis-à-vis

 

Conclusa la manifestazione di Napoli, la soddisfazione non può che essere, come sempre, quella di aver fatto sentire al Paese la determinazione delle donne, la giusta indignazione, la voce della ragione. La partecipazione spontanea in risposta allo sforzo organizzativo dell'assemblea permanente delle donne è stata insieme la testimonianza dall'affetto per una donna, colpita ingiustamente ed in modo vigliacco, e la riaffermazione del valore politico e di servizio rivestito dalla legge che in Italia ha fatto uscire l'aborto dalla clandestinità.

L'onda dell'interesse risvegliata da un evento tanto vergognoso come quello del II policlinico di Napoli, sappiamo, è segnata anche da atteggiamenti giornalistici e politici speculativi, e noi che da sempre seguiamo l'applicazione ed il rispetto di una legge tanto importante come la 194, denunciamo le efferatezze aggiuntive della campagna avviata da alcune testate.

Alla nostra protesta, l'integralismo antiaborista risponde mirando la ritorsione verso la donna già duramente colpita dall'intervento poliziesco, diffamandola pubblicamente additando il suo gesto responsabile in modo falso e grossolano. È sofferenza e rabbia che proviamo per una “vendetta trasversale” che vuole intimidire noi come soggetti politici e disincentivare per tutte il ricorso alle strutture pubbliche nell'interruzione volontaria di gravidanza.

Noi continueremo ad esserci, e la nostra indignazione monta col passare dei giorni, perché vediamo la protervia con la quale alcuni giornali vicini ad un sedicente partito per la vita continuano ad insultare ed infangare una donna discreta e sofferente.

Mentre le donne si mobilitano, ancora negli studi televisivi sono uomini, leaders di partito ed opinionisti, ad usare e commentare perfino la nostra protesta. Mentre a noi si toglie solo episodicamente il bavaglio, in alcune trasmissioni televisive è stato offerto il più largo margine d'espressione ad una serie di insulti ed accuse, senza peraltro dar spazio alle vere ragioni opposte, come si trattasse di semplici opinioni e non di reato d'ingiuria.

Noi pensiamo che sia ora che chi lavora in modo serio ed intelligente nel giornalismo accenda i riflettori, finalmente, non sul “caso” ma sugli affarismi, i disservizi e sulla pretesa di imporre l'etica di Stato: su tutto quanto danneggia, insieme, la sanità pubblica e la qualità della vita di tutte le cittadine.

Pensiamo che il miglior modo di rispondere a tante offese subite in questi giorni, sia di essere quelle che siamo e di continuare a fare il lavoro che facciamo.

Abbracciamo ancora Silvana, le auguriamo di tornare a una normalità sopportabile: se vorrà, le promettiamo aiuto discreto e silenzioso. Se ne avrà bisogno saprà dove trovarci.

A tutte le altre chiediamo di vigilare sui nostri e i loro diritti, anche quando a metterli in discussione sono “solo parole”.

 

Unione Donne in Italia di Napoli

(da Noi donne, 15 febbraio 2008)

 

 

IL “VOLANTINO” DELLE MANIFESTAZIONI DEL 14 FEBBRAIO

 

UDI - Unione Donne in Italia

 

in piazza per dire no
in piazza per dire sì

 

Oggi -14 febbraio 2008 - siamo in piazza, a Napoli, a Roma, a Milano, a Bologna e a Brescia per dire no all’aborto come lo abbiamo detto tanti anni fa: allora è stato no all’aborto clandestino e alla contraccezione che era vietata. La 194 è stata un atto di civiltà di questo Paese e una assunzione di responsabilità dei due generi verso un dramma che era solo femminile.

Questa legge ha evidenziato la differenza tra i generi e la disparità rispetto al corpo fertile delle donne.

L’autodeterminazione è delle donne e gli uomini devono costruire con le donne rapporti fondati sul rispetto perché il loro essere padri è subordinato alla loro decisione.

Al di fuori del riconoscimento di tale disparità ci sarà sempre la tentazione di mettere argini alla libertà delle donne. La 194 è stata possibile in un momento in cui, se pure in un regime patriarcale, le donne avevano rappresentanze che hanno fatto opinione.

Solo questo ci ha permesso di avere una buona legge.

 

Oggi viviamo un paradosso: la nostra democrazia tutta maschia allontana sempre di più le donne da qualunque luogo in cui si decide e tenta di ridurre all’insignificanza ogni forma di rappresentanza politica o espressione della politica delle donne.

Noi parliamo, noi facciamo politica.

Lo sanno le donne che ci trovano attraverso internet. Lo sanno le giornaliste – e i giornalisti – che ricevono i nostri comunicati. Lo sanno donne e uomini delle istituzioni cui scriviamo sempre. Sanno che l’UDI è ormai fuori dall’isolamento e che intende far sentire a gran voce la propria presenza politica da almeno 4 anni. Sanno che vogliamo una democrazia in cui i due generi siano rappresentati in modo paritario.

Abbiamo detto 50E50 ovunque si decide e per questo lavoreremo.

La vera posta in gioco di questa campagna elettorale non è l’aborto.

È la presenza delle donne ovunque si decide: passaggio obbligato per uno stato veramente laico.

Oggi diciamo no all’aborto perché la legge 194 dimostra che gli aborti tra le donne italiane diminuiscono sempre più e diciamo sì alla campagna promossa dai radicali per l’abolizione della ricetta della pillola del giorno dopo, sì alla ru486.

Continuiamo a dire sì alla contraccezione e chiediamo alle istituzioni, a cominciare dai consultori, una diffusa campagna sull’uso dei contraccettivi, in modo particolare tra i giovani e gli immigrati, maschi e femmine.

Diciamo sì a un paese che impara dalle donne l’accoglienza dell’altro: questo è possibile, ce lo dicono i tanti uomini che ci scrivono messaggi di sostegno e ci chiedono di parlare per quanti in questo momento chiedono alla politica una sponda laica e non la trovano.

Il separatismo è anche questo!

Non è esclusione dell’altro, ma autonomia dell’iniziativa politica.

Siamo in piazza per dire a voce alta che oggi in queste piazze e domani ovunque si decida del nostro corpo la titolarità piena deve restare nelle mani delle donne.

 

UDI - Unione Donne in Italia , Sede nazionale

via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 6865884

www.udinazionale.orgwww.50e50.it

udinazionale@gmail.com

 

 

NONSOLOSANVALENTINO

dopo Napoli Roma Milano Bologna Venezia Brescia Torino Palermo...

 

sabato 16 dalle 11 alle 14 presidio a
PADOVA

davanti alla Clinica Ostetrica Ospedale

 

per informazioni e adesioni
tel. 349.3795191


la foto “Padova 50E50” è stata scattata da mac il 24 novembre 2007 a Roma
Ciao, Laura. Forza, ragazze!

 

(annuncio da www.udinazionale.org, 15/02/2008)


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