Ai vostri occhi sembreranno senza alcun dubbio piccolezze ma per noi, consentitemi, assumono un ruolo di una certa valenza.
In sintesi 1
Già da tempo qui si lotta per ottenere l’abolizione del criptaggio delle due reti RAI per taluni programmi, finora nulla si sa, nonostante petizioni e raccolte firme. Spiegatemi per quale motivo anche noi, “poveri emigrati”, non dovremmo poter guardare tutto cio’ che trasmettono per i telespettatori “italiani d’Italia”. La mente volerebbe fino alla “nostra” amata Patria immaginando i nostri connazionali che stanno piangendo, commentando, divertendosi, sorridendo, tranquillamente appollaiati su un divano davanti alla TV ...e invece no, noi abbiamo, spesso, nella migliore delle ipotesi il fermo immagine, altrimenti proprio lo schermo nero... quasi tristemente a sottolineare la nostra “diversità”. A proposito... i mondiali di calcio, la finale Italia / Francia 2006, ce la siamo vista su un canale francese con tanto di telecronaca in lingua... da sbudellarci dalle risate (in senso ironico naturalmente, visto il proverbiale narcisismo francese). Nessuna rete nazionale che sia essa belga, francese, olandese, tedesca, svizzera, inglese, spagnola o portoghese, mi risulta applichi questa meschinità.
Comunque, pensa, pensa, pensa ehhh... Vuoi vedere che non abbiamo pagato il canone??!
Chi fosse interessato può leggersi la petizione ed altro su > www.passaparola.info > sulla destra: “petizione RAI”
In sintesi 2
Altra questione, la sospensione, per qualche anno, dei corsi di lingua italiana organizzati per tutti coloro che, di origine italiana, ma essendo nati qui o comunque avendo frequentato scuole lussemburghesi, desideravano non spezzare quel sottile filo che li conduceva alle loro origini, insomma... per non dimenticare. Da circa un paio di mesi sono timidamenti ripresi, sempre grazie alla volontà degli italiani a Lussemburgo, anche se auspico un maggiore valore e brio nella loro riaffermazione. Si decanta tanto la magnifica musicalità della lingua italiana che tanto affascina gli stranieri, se la si lascia sola a se stessa, ben presto si parlerà esclusivamente in Italia e con il tempo inevitabilmente seccheranno i rami di un albero che potrebbe essere grande... rigoglioso... con radici mondiali.
In sintesi 3
Dulcis in fundo, si è pensato, che a partire dal 1° luglio corrente anno il Lussemburgo può fare a meno del Console con conseguente vendita dell’immobile che lo ospita dal 1955, riducendo il Consolato a semplice segreteria consolare atta ad espletare pratiche strettamente necessarie accorpando il tutto nell’attuale sede dell’Ambasciata ...mah!
La chiamano riorganizzazione della rete consolare e noi saremmo i recalcitranti pionieri.
La trasformazione in Cancelleria consolare ed un maggiore utilizzo dei sistemi informatici dovrebbero, altresì, riuscire a garantire, ed in alcuni casi migliorare, i medesimi servizi consolari.
Sì, crediamoci.
...la vendita dello stabile di Esch (sede consolare dal lontano 1955), costruito grazie ai sacrifici dei nostri connazionali emigrati in Lussemburgo e donato allo Stato italiano.
E come al solito, con estrema leggerezza, vengono bypassati gli importanti valori simbolici dei cittadini italiani che risiedono all’estero.
Chi fosse interessato può trovare gli interi articoli apparsi su > www.italiani.lu > sulla sinistra: “NOTIZIE”
Personali conclusioni
Destra, centro, sinistra, non vedo differenze sono tutte maglie della stessa rete... nessun personaggio di spicco con un qualche tipo di coraggio o carisma, di valore morale... che si elevi da immobilità acquitrinose.
Eppure, nonostante tutto, sì, sono fiera, dei luoghi, della buona cucina, dell’arte, della gente, di quel popolo di viaggiatori, poeti e sognatori ma... disgustata da quello sporco sistema chiamato “politica” che fa del nostro Bel Paese (e non parlo di formaggi) una sorta di teatro degli orrori ops... errori dove lo straniero sorride dinanzi alla sua tragicomicità.
Tutto sommato qui non si chiede mica la luna, ma solo il minimo di ciò che dovrebbero essere considerati nostri “diritti”... staremo a vedere. Lo Stato italiano sembra (o almeno questa è l’impressiona che dà) che se ne infischi di origini, radici, cultura, informazione, legami... sembra che queste cose interessino solo ad un pugno di nostalgici italiani oltrefrontiera che, chissà perché, diventano “grandi” e “determinanti” solo in periodo di votazioni... Sembra invece molto più attento a far soldi, ma per far questo, permettetemi, che si cominci dagli enormi sprechi che vengono perpetuati dentro casa.
Mi scuso fin d’ora se mai avessi toccato corde sensibili o suscitato una qualche forma di dissenso, ma finché c’è libertà di stampa ne approfitto, in questo caso, di poter esprimere le mie, credo lecite perplessità. Strano ma queste tre proteste riconducono, a mio parere, esulando da qualsiasi fonte d’interessi che può esservi implicata, dicevo conducono inesorabilmente ad un unico punto. Gli italiani all’estero chi sono? Italiani? (nel mio caso) Lussemburghesi? Tutti e due? Nessuno dei due e cioè dei senza patria? Basta saperlo, ma se è vero che siamo italiani perché veniamo così sminuiti ed ignorati? La comunità portoghese, qui la più rappresentativa e numerosa, si è encomiabilmente imposta, possibile che noi (comunque la seconda o terza comunità straniera presente in Lussemburgo, che conta circa 25.000 residenti) non riusciamo a farlo? Meditate gente, meditate.
Il sacro albero della vita
cresce in noi.
Se lo cerchiamo nello specchio
ci siamo semplicemente persi
in bastarde ipocrisie.
Come foglia indifesa
son presa, mio malgrado,
nelle spire di venti irrispettosi.
Savina Martinucci