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Doglianze d'attori a maschera. Un omaggio a Goldoni 
Al S.Antonio di Morbegno venerd́ sera
06 Febbraio 2008
 

La Biennale Teatro di Venezia

e la Compagnia Teatrale Enzo Moscato

presentano

Le doglianze degli attori

a maschera

Libero omaggio a Carlo Goldoni, ispirato al suo ‘Moliere’, del 1751

 

Testo e regia Enzo Moscato

Scene Paolo Petti - Costumi Tata Barbalato - Musiche Pasquale Scialò - Luci Cesare Accetta

con Enzo Moscato, Valentina Capone, Giancarlo Cauteruccio, Cristina Donadio, Lalla Esposito, Gino Grossi, Carlo Guitto, Mario Santella, Gianky Moscato, Giuseppe Affinito j.

 

Ancorato saldamente ad una scrupolosa quanto fantasiosa riscrittura/reinvenzione scenica di uno dei testi ritenuti tra i minori e i meno rappresentabili di Carlo Goldoni, II Molière del 1751, il lavoro di Moscato, mette a fuoco, dell'antico copione originale, l'ironica ma non superficiale intuizione psicologica dei personaggi; la coraggiosa tematica - al limite del sospetto d'incesto - della passione nutrita dal già maturo Molière per la giovane figlia della sua storica amante, la Bejart; la dimensione drammaturgica, stupefacentemente “aperta” e antididasca­lica, quasi modernamente metateatrale (un commediografo famoso che indaga la vita intima di un altro celebre autore di teatro, senza male­volenza e senz'alcuna ambiguità o reticenza o ipocrisia). Moscato tenta così di restituirci la trascurata opera del Veneziano in tutta la sua viva e anti-illuministica incisività.

In tutta la sua leggiadra e maliziosa levità d'atmosfere, fatta di rit­miche battute a rima baciata, che pendono, come graziosi fronzoli, da una ferrea struttura formale “a incastro” e “a rimando”, intessuta di allusivi specchi metaforici, di finissimi doppi figurali, di significanze e accenti linguistici, accesi e meticci, pulsanti e musicali, nel cui mute­vole fondo si nasconde, forse, l'autentica intenzione di Goldoni nello scrivere e dedicare il testo al suo insuperato maestro in pectore di Teatro: Jean Baptiste Poquelin, detto Molière, simbolo dell'essenza, semplice e profonda, del “fare” scena: dolore e necessità di masche­ra, trionfo e impopolarità, libertà e veleno, prigionia e mai vinto deside­rio di un esilio, di una qualsivoglia e umanissima evasione.

Più o meno quello che lo stesso Goldoni - sia pure con altro carattere ed altra morale rispetto al Francese - sperimentò. Più o meno quello che, ancora oggi, un artista anticonfor­mista prova e riprova sulla propria pelle.

Enzo Moscato (foto) vanta un’esperienza ventennale di teatro scritto e interpretato all’insegna di una galassia, febbrile e caotica, di lingue e d’invenzioni sceniche che ha, sin dall’inizio, attirato su di sé l’interesse, lo studio, la curiosità del pubblico e della critica, nazionali e non, costellando un percorso artistico tra i più originali e anomali del panorama teatrale italiano, fitto di numerosi e prestigiosi premi o riconoscimenti legati al settore. Attualmente è tra i consulenti artistici del Teatro Mercadante, Stabile di Napoli e direttore artistico del Festival “Città Spettacolo” di Benevento.

Sul palco, con l’attore/regista napoletano, anche la valtellinese Valentina Capone, che il pubblico morbegnese ha già potuto ammirare nella sua performance con Ferruccio Soleri, nel novembre scorso.

Appuntamento, quindi, all’Auditorium S. Antonio di Morbegno, venerdì 08 febbraio 2008, alle ore 21:00. Ingresso € 10,00

 

Consorzio Turistico Porte di Valtellina

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