Salutiamo con soddisfazione, cui aggiungo – per quel che vale – il mio particolare convinto sostegno, questa decisione assunta domenica a Roma. Negli articoli correlati troverete, tra l'altra documentazione, il mio rammarico perché nessuna delle forze politiche assunse quest'impegno – specificatamente quello dell'abolizione sic et simpliciter del quorum richiesto per il referendum abrogativo – in campagna elettorale. “Meglio tardi che mai”, 'l disiva quel là... C'è da augurare che attorno a quest'impegno si crei un vasto e trasversale consenso, e correlato sostegno, nell'esclusivo interesse del Paese. È chiaro: non sarà facile! (Enea Sansi)
MOZIONE PARTICOLARE SULLA RIFORMA
DELL’ISTITUTO REFERENDARIO,
demandata dal VI Congresso al Comitato Nazionale
che il 13 gennaio 2008 l’ha approvata a maggioranza
PRIMO FIRMATARIO: WALTER NOLI
PREMESSO
● Che i radicali hanno raggiunto il loro massimo livello di efficienza, penetrazione e consenso attraverso le consultazioni referendarie, regalando al Paese riforme fondamentali per la vita dei cittadini italiani;
● Che sempre più spesso il nostro movimento è precursore di analisi politico/sociali lungimiranti e che da anni denuncia il sistema partitocratico che sta determinando l’involuzione dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei e non solo;
● Che allo stato attuale, le nostre forze non ci consentono di incidere in maniera determinante su alcuna materia;
CONSIDERATO
● Che la crisi di democrazia e legalità imposta al nostro Paese dalla partitocrazia ha creato una profonda frattura tra società civile e partiti politici, che sta innescando preoccupanti fenomeni impropriamente definiti come anti-politici, ma che denunciano il profondo distacco tra i problemi affrontati quotidianamente dalle forze politiche e quelli vissuti dalla gente;
● Che l’oligarchia partitocratica opera con estrema solerzia e puntualità per la conservazione del suo potere, trascurando sempre più spesso le urgenze del Paese;
● Che la necessità di intervenire sull’agenda politica italiana non è più rinviabile e la richiesta dell’opinione pubblica esige un maggior coinvolgimento che vada al di là della mobilitazione per acclamare un leader;
VALUTATO
● Che si è neutralizzato l’unico strumento di democrazia diretta attraverso strategie sistematiche che quando non cassano le istanze, con la troppa discrezionalità della Corte Costituzionale, vanificano le stesse con leggi che annullano la volontà popolare, con scioglimenti anticipati del parlamento, con un assurdo quorum e con la manipolazione dell’informazione;
● Che il referendum è, come ha già dimostrato, l’unico strumento in grado di decidere su temi come quelli relativi a vita, morte, laicità dello Stato, diritti individuali e collettivi, giustizia, nonché urgenti temi economici che inevitabilmente toccherebbero interessi troppo legati al consenso elettorale;
● Che tale consultazione popolare determinerebbe una crescita, da parte dei cittadini, della partecipazione politica non manipolabile dalla partitocrazia, con un evidente aumento della qualità democratica, come già dimostrato in molte realtà europee;
● Che l’esigenza dell’attuale momento storico, porterà inevitabilmente a mettere mano alla Costituzione e potrebbe anche consentire di inserire all’ordine del giorno una profonda modifica dell’istituto referendario;
IMPEGNA
Radicali Italiani a fare della riforma dell’istituto referendario, nazionale e regionale, uno dei principali obiettivi della sua azione politica, anche attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro atto a individuare le riforme da portare all’art. 75 della Costituzione e alle relative leggi applicative.
Fonte: Radicali.it
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