L’approvazione della moratoria sulle esecuzioni capitali all’Onu segna un successo importante del nostro paese (e non solo dell’attuale Governo). Da più di un decennio, mossa dall’iniziativa encomiabile e lungimirante del Partito radicale transnazionale di Marco Pannella, l’Italia anima in sede Onu la battaglia sulla pena di morte, che quest’oggi giunge a coronamento e su cui il nostro paese aveva già sfiorato il successo nel 1994, su iniziativa del governo Berlusconi. Questo successo segna una svolta culturale e politica importante, annunciata negli ultimi anni dalla crescita del numero di paesi che hanno abolito la pena capitale o hanno di fatto sospeso le esecuzioni. Quello raggiunto è un obiettivo importante per chi lavora alla promozione dei diritti umani.
Adesso più che mai, occorre tenere bene ferma la distinzione tra i paesi cosiddetti “mantenitori”, non confondendo quelli come gli Stati Uniti che ci auguriamo sensibili al richiamo dell’Onu, ma che sappiamo schierati, come e più dell’Europa, a difesa della libertà e dei diritti umani, e quelli come la Cina, la Siria o l’Iran dove la pena di morte non è una “macchia” di un sistema giudiziario equo e giusto, ma uno dei tanti aspetti di un regime improntato alla repressione delle libertà e dei diritti umani.
La pena di morte è il discrimine tra civiltà e barbarie giuridica. Nel caso degli USA è un elemento contraddittorio e per molti deprecabile di un sistema giuridico fondato sulle garanzie per l'imputato ed un processo equo, nel caso della Cina o dell'Iran è uno strumento utilizzato in modo quasi sempre arbitrario da regimi totalitari.
La mozione approvata all'ONU non ha forza cogente, è un appello agli stati, che poi decideranno in piena autonomia, a sospendere le esecuzioni. Ma il primo passo verso l'abolizione della pena capitale, forse, è stato compiuto. Onore all'Italia e alle ONG che hanno animato la campagna, a partire da Nessuno tocchi Caino, l'associazione del Partito radicale Trasnazionale.
Benedetto Della Vedova
(da 'l Gazetin, gennaio 2008
da oggi in edicola in Valtellina e Valchiavenna)