Ingredienti: Una manciata di esiti referendari; una precisa promessa fatta in campagna elettorale dall'attuale maggioranza; trasparenza q.b. (quanto basta); un pizzico di buon senso; voto di fiducia s.n. (se necessario).
Procedimento: «Non lasceremo sopravvivere questa indegna legge». Sono le esatte parole di Romano Prodi, pronunciate in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Madama il 13 dicembre 2005. Impegno preciso e promessa ribadita in tutte le salse, durante l'ultima campagna elettorale da tutte le forze che sostengono il Governo. In verità non v'è nessuno, nemmeno fra gli estensori (si ricorderà il colorito giudizio pubblicamente espresso da Calderoli) e fra quanti hanno voluto approvarla a colpi di maggioranza nella scorsa legislatura, che ne sostenga oggi la validità. Altrettanto vero è che non si raggiungerà una larga intesa su un nuovo sistema elettorale (ormai sono stati indicati e passati in rassegna tutti quelli in uso sul globo terracqueo). Il referendum per il quale sono state raccolte le firme è un boomerang, quali ne possano essere iter ed esiti.
Con gli ingredienti indicati si impasti, allora, un unico articolo che abroga l'attuale legge, ripristinando la situazione previgente. La cottura al forno del Parlamento, stanti le premesse, sarà ultrarapida e unanime. Ove così non fosse, perché i pentiti non sono sinceri e gli indignati altrettanto, si ricorra al voto di fiducia. Il risultato sarà un ottimo dolce per Natale. Acquieterà i famelici di “Al voto! Al voto!” e la fase digestiva favorirà la ripresa della discussione da dove eravamo rimasti...
Enea Sansi
(da 'l Gazetin, novembre/dicembre 2007
in tutte le edicole di Valtellina e Valchiavenna)