L’arte della musica è una componente fondamentale di ogni forma di poesia: nel senso che anche la poesia è ritmo e suono, e tutto quanto da essi si sviluppa nella composizione ed esecuzione del testo, anche come sola voce mentale. La raccolta di Cecilia Rofena è, in tal senso, di una coerenza assoluta: sia in superficie (la titolazione, generale e specifica, si richiama ad aspetti musicali tecnici ed espressivi), sia nella sua struttura profonda, dove la gestualità sonora interagisce alle fonda- menta dei significati che il verso genera.
Tutti i testi sono intessuti da un linguaggio ricchissimo di rime, allitterazioni, consonanze e dissonanze che ne fanno una vera e propria partitura. Tanti sarebbero gli esempi, ma questa poesia, intitolata In atto (ellittica) che cito per intero, nella sua brevità è esemplare: Attratto/ traguardo/ il limite/ astratto/ azzardo/ cui riesco,/ pensiero/ come/ dardo. Ed è anche, e forse più, significativa per andare oltre la musica verso un pensiero poetico di esuberanza emotiva, mai ingenua, dove si coglie il senso del lavoro che l’autrice scava in sé: «Mi volto e cerco il volto/ che sorprende e comprende/ che il caso sospende/.../». Una versificazione, dunque, dove tutto concorre a fondere un’idea di poesia in un’idea di vita: «contro la solitudine/ si spinge il verso /.../contro la sete/ versa il verso/.../contro la morte/ diverso verso/.../ contro e accanto/.../ sostare nel canto».
Ecco la caratteristica portante di questa raccolta poetica: attraversare con la parola la sua stessa superficie sonora, dandole un rilievo che la porta a far emergere dal presente umano i temi di un soggetto profondamente addensato nella creazione in versi: «essere in versi/ lentamente essere/ limpidamente vivere». Una dichiarazione, come si vede, di limpidezza assoluta e di forte naturalezza, dove il linguaggio è la condizione fondante del senso che trasforma il pensiero e il reale in poesia.
Giorgio Bonacini
Sette variazioni su semplici mosse interiori, con una riflessione critica di Aldo Gargani, sono state pubblicate per i tipi di Anterem, Verona 2007, avendo vinto il Premio “Lorenzo Montano” 2007
Alcune poesie:
In atto (ellittica)
Attratto
traguardo
il limite
astratto
azzardo
pensiero
come
dardo
In silenzio
Ogni frase in silenzio
conserva il senso rappreso
nell’immobile verso.
Niente si muove
questo volevi?
Un punto fermo
nell’attimo senza caso.
Nulla in mano,
senza offesa né difesa
sospesa la presa
è il raggio che scalda
dal centro al cerchio
di vita percorsa
l’arco è teso del viaggio
la meta è il coraggio
Mutamenti
Esplorazioni
spiegate all’istante
concentranti
sono tratti
suoni e gesti
concertanti spazi,
verso specchi
di colore fresco
movimento
piazze e vie, esco
incontro il dentro,
forse riesco.
Sarabanda
Scelsi verdi mani
per vendere agrumi
in geli distanti
seguendo vele
bianche e nere
solcare cieli.
Sapori e spiegazioni
risolti i corpi
cambiano forma,
adulti. Fiumi ultimi
messaggeri dissetano
campi e uomini.
Toccata e incontro
contro la solitudine
si spinge il verso
a fondo, al centro
contro la sete
versa il verso
acqua del vero
contro la morte
diverso verso
vivente e presente
contro e accanto
l’istante ancora
sostare nel canto.
Mentalmente o par cœur
Avere a mente volti
veri scopi, corpi esatti
ansie leggere d’istanti
predetti i moti e voci
di un ritmo di attimo
in attimo più prossimo
a perfezioni
del minimo battito
tenere a mente
teneramente.
Cecilia Rofena (La Spezia 1973) si è laureata in filosofia con Remo Bodei e Aldo Giulio Gargani presso l’Università di Pisa. Ha conseguito il perfezionamento in Scienze della Cultura. Svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Filosofia di Pisa. È autrice di contributi su riviste filosofiche e ha in preparazione un volume su Wittgenstein e le scienze della cultura. Sue poesie sono comprese in antologie tra cui, ultima, Altramarea, poesia come cosa viva, Udine, Campanotto, 2006. Svolge attività pubblicistica. Si occupa di etica e storia delle idee e del rapporto filosofia e letteratura.