In questi giorni vedo un prato (parco della provincia) trasformarsi in asfalto e da lunedì una zona disboscata (via trentini!).
questi scempi si ritorceranno su di noi.
è giunto il momento, quello di attivarsi e difendere l'unico patrimonio di cui disponiamo: l'ambiente.
ora non ci resta che esprimere il disappunto come cittadini e come animali umani che non possono prescindere dall'ambiente in cui vivono.
propongo di cominciare a deporre corone e fiori, dedicate al nostro futuro, sul piazzale che da lunedì vedrà l'abbattimento dei 23 tigli, colpevoli di intralciare i progetti mondiali di una città allo sfascio. lunedì mattina l'impresa in tal modo dovrà sgomberare questi segnali di protesta silenziosa prima di iniziare l'ennesimo efferato delitto!
guardando il bagliore del sole riflesso dall'asfalto, ricordo la calda luminescenza del prato verde che assorbiva la sua luce fino a settimana scorsa... e mi dava il buon giorno...
e ricordo le parole fissate sulla lettera del capo indiano al presidente degli stati uniti nel 1855: «sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte della terra è uguale all'altra, perché è come uno straniero che arriva di notte ed alloggia nel posto che più gli conviene. La terra non è sua amica, la considera sua nemica e, quando l'ha conquistata, va oltre... Tratta sua madre, la Terra, e suo fratello, il Cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere... La sua bramosia divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto... Se gli uomini sputano sul suolo, sputano su se stessi. Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all'uomo, ma è l'uomo che appartiene alla terra...»
sono parole, che attraversano i secoli, ricordando di quanto l'uomo è insensato.
saluti con la speranza di assistere ad una protesta umana per questa sottrazione impropria.
ombretta diaferia
riferimenti:
www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=84835
www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=6559