Se la memoria fosse solo ‘luogo di vita del ME’ non ci sarebbe alcun problema a collegare il sumero ME, ‘il nome divino che dà nome a tutti i nomi e crea’, col ‘me’, il pronome oggettivo che identifica ognuno di noi, in italiano, latino, inglese (pr. mi), dal momento che sono uguali.
In francese abbiamo sia me –il me l’ecrit– sia moi, pr. mua –per me stesso–.
Invece memoria < ME MUR IA è luogo (IA) di vita-morte (MUR) del ME.
Oggi, la nostra memoria collettiva vive una condizione di morte del ME: la via percorsa nella protostoria deve averci fatto perdere il significato di nome divino (ME: ME Pollux) mentre ha conservato il significato umano (me Castor). Deve essere accaduto in quella fase antecedente al 500 a.C. durante la quale gli Dèi venivano umanizzati dalla cultura greca.
Per risalire dal me al ME sembra necessario comprovare con altre sillabe.
Per questo proviamo con ‘meo’.
Mèo, per lo Zingarelli ’98, da Bartolomeo Colleoni (ant. Coglione). ‘Fare il meo’ sarebbe ‘fare il minchione’.
Sono d’accordo, in quanto concorda col veneto ‘far al mona’ ed ognuno può fare ciò che crede, salvo poi subire il giudizio di tutti per quel che fa.
È una forma di comportamento estrema, però: se un ride da mona nesun de lu pi mona. Se uno ride da ‘mona’ nessuno è più ‘mona’ di lui.
Gli estremi sono pericolosi in un circolo, perché il massimo tocca il minimo: e vanno osservati entrambi, par no rider da mona!
Così il ‘mona’ è il minimo apprezzabile, ma anche il massimo: Mona < MU NA, generazione NA del MU, il nome che rende immortali.
Il latino meo poi è ‘attraverso’ ed è la matrice un po’ più lontana del ‘meo’ medievale visto dallo Zingarelli.
Attraverso che cosa?
Attraverso il Cielo! In ittita antico e sumero U: ME U.
‘Attraverso’ come? Stereo!
Meacula,le stelle, sono acula ‘aghetti’ del ME. Questi aghetti provano che in origine il Cielo era visto ‘stereo’ religiosamente, perforato da puntini che sono forellini: le stelle che lasciano passare la luce Aldilà: Cielo-cielo, cioè religioso-naturale.
Meo era sì vado da un posto ad un altro, e per la classicità era il significato prevalente, ma in origine era soprattutto: migro de vita, passo Aldilà.
La nostra ricerca del me potrebbe seguire anche un’altra strada: ‘me medesimo’ è il seguito di memet. Il latino memet, ‘proprio io’, mostra questo filo ME TE me, il ME incontra me. Poiché con l’espressione ‘ME incontra me’ mettiamo insieme parole di tre lingue diverse –sumero italiano latino– possiamo dire di aver fatto una traduzione stereo, come è meacula, una volta che il me riceva il ME.
Me par che’l va
Mi pare che vada.
Carlo Forin