Telluserra
Maria Lanciotti: Cantuccio della fantasia. Leggende indiane. (Prima parte)
22 Ottobre 2007
 


Lessi da bambina un grosso libro che mio zio teneva gelosamente nascosto di cui non ricordo il titolo, un libro raro e prezioso che narrava le più belle leggende indiane. Così come le ricordo proverò a raccontarle, definendole: Leggende indiane adattabili a teatro. (M.L.)

 

 

 

COME IL MAIS E IL CANE ARRIVARONO SULLA TERRA

     

(Voce narrante:)

Molto tempo fa Nesaru inondò la terra per liberarsi di giganti prepotenti e salvò l’altra gente e tutti gli animali chiudendoli in una grotta. Poi piantò il mais nel cielo per ricordarsi di togliere i sigilli alla grotta quando l’acqua si fosse ritirata.

Quando il granturco fu maturo Nesaru colse una pannocchia, la trasformò in Madre Mais e le ordinò di scendere sulla terra per liberare uomini e animali e guidarli verso occidente. Madre Mais così fece, ma restò prigioniera nella caverna perché la porta si era richiusa alle sue spalle e chiese aiuto per uscire da lì. Il tasso le rispose:”

(Tasso:)

Io ti aiuterò.”

(E la Talpa:)

Io aiuterò il Tasso a scavare!”

(E il Topo Nasolungo:)

Io aiuterò voi due!”

(Voce narrante:)

Scavarono a turno e finalmente…”

(Topo Nasolungo:)

Ho cacciato il naso nella terra, l’ho bucata, e finalmente ho visto la luce! Però il mio naso è diventato sottile e aguzzo a furia di scavare, e ora tutti mi riconosceranno per questo e sapranno che sono stato il primo a rivedere la luce!”

(La Talpa:)

Sono arrivata anch’io al buco e la luce era così forte, ora che il sole era salito in alto nel cielo, che sono rimasta accecata. Mi farò una casa sotterranea perché ormai, di giorno, sono cieca!”

(Il Tasso:)

Ho allargato il buco col mio passaggio e così ora tutti potranno uscire. Però i raggi del sole mi hanno scurito le gambe e mi hanno pitturato una striscia nera sulla faccia. Porterò per sempre questi segni perché tutti si ricordino dell’aiuto che ho dato!”

(Parla Madre Mais:)

Guidai il popolo verso occidente ma il Tasso, la Talpa, il Topo e alcuni altri preferirono restare là. Il viaggio fu lungo e difficile. Quando venimmo a trovarci in un profondo canyon fu il Martin Pescatore che, battendo col becco le due pareti, formò un ponte con la terra caduta attraverso il quale potemmo uscire dalla gola. Poi il Gufo ci aiutò a passare un bosco impenetrabile aprendoci un sentiero col forte battere delle sue ali. Poi la Strolaga divise le acqua di un lago e ci permise così di attraversarlo. Finalmente arrivammo e vicino a un fiume costruimmo il villaggio e piantammo il mais. Dopodiché me ne tornai tranquilla al mondo superiore.”

(Parla il Popolo:)

Invece di coltivare noi ci mettemmo a giocare e a perdere tutto il tempo, e così Nesaru e Madre Mais ci dettero un capo e uno stregone, ed essi ci insegnarono le regole per vivere e i segreti della magia. Costruimmo allora i villaggi vicino ai luoghi dove crescevano le erbe magiche e offrivamo fumo agli dei…

Già, già… poi arrivò il Cane molto arrabbiato perché era stato lasciato indietro da Madre Mais, ma essa lo pregò di proteggere gli uomini dall’ira del Turbine e il Cane accettò di proteggere l’uomo rinunciando per sempre ad essere libero come il Lupo e il Coyote.”

 

Maria Lanciotti


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