Piero Cappelli: Una cultura del turismo in Italia
10 Gennaio 2008
 

1. L'Italia, un paese dalle mille risorse... non sfruttate.

Da noi abbiamo un paese diverso da zone a zone: un nord evoluto in campo industriale, un centro a regime misto  e un sud faticosamente industriale. La nostra popolazione vive e lavora per lo più nella provincia: escludendo le tre grandi città come Milano, Roma e Napoli il resto è disseminato nella miriade di cittadine, paesi e borghi che a ragnatela costituiscono il vero tessuto socio-economico del nostro paese. Da dopo gli anni 60 del boom economico-industriale, con l'abbandono della campagna, lo Stato ha cercato di sostenere da allora la grande industria sia privata che pubblica. E da allora, dalla defiscalizzazione degli oneri sociali fino alla rottamazione come pure la cassa integrazione fino ai terzomondiali a basso costo, si continua a credere che questo sia l'unico metodo che possa permettere di evitare la crisi di questo settore sui due fronti: quello della competitività  e quello della disoccupazione. E oggi come oggi, proprio alla luce della globalizzazione e di quanto ci riserverà ancor di più il futuro, cosa vorrà fare il governo dell'Ulivo per evitare ulteriore disoccupazione e quindi chiusura di altre aziende? Continuare ad aiutarle oppure tentare di convertire un paese come il nostro anche a delle attività 'moderne' e all'altezza dei tempi che viviamo?

Ritornando quindi al nostro reale contesto geo-politico si può quindi renderci conto, se veramente lo vogliamo, che il nostro Paese è denso di qualità e quindi di possibilità che altri non hanno. Vediamole.

* Il patrimonio ambientale è composto da mare, montagna, collina, pianura, boschi, fiumi e laghi in un rapporto molto equilibrato e ben composto con il relativo sfruttamento: dall'agricoltura, alla pesca, al turismo...

* Il patrimonio culturale suddiviso in culture locali (folklore, tradizioni varie: dalla gastronomia, all'artigianato...) e cultura nazionale; nonché l'arte 'grande' e 'piccola' dal Colosseo all'ultimo museo di provincia...

Ecco tutto questo patrimonio è per lo più sconosciuto, sottostimato, mal governato e sfruttato se non anche impoverito e depredato anche se siamo il quarto paese al mondo che venga visitato dai turisti... E la prova viene dall’osservatorio della provincia di Ferrara il quale ha scoperto che solo 8 città su 308 sanno organizzare e ‘sfruttare’ il turismo come si deve. Senza pensare quale incidenza abbia la nostra promozione turistica all’estero e come lo stesso Enit sia organizzato: è tutto dire! Perché se tutto quanto potesse essere invece il tentativo di iniziare una nuova era storica per l'Italia facendo tesoro della possibilità di far conoscere, rispettare, stimare, governare, arricchire e conservare e quindi sfruttare sia per i cittadini di questo paese come di quelli di tutto il mondo?

 

2. Un sogno nel cassetto...

Ho sognato da italiano di vivere in un paese dove gli uffici del turismo possono, in tempo reale, sapere se in un albergo c'è posto per dormire, se quel tale museo è aperto e quanto si paga di biglietto; come posso prendere un'auto in affitto e a chi mi devo rivolgere per vedere risolti, da turista, i miei problemi sanitari; dove e come posso prendere un aereo o un treno per andare dove voglio... Insomma, uffici del turismo quali punti di snodo cruciale utili a tutti i cittadini italiani e stranieri da dislocare a rete in tutto il paese e dove l'inglese, il francese, come il tedesco e altre lingue ancora sono di casa... e possa anche avere una guida turistica professionista...

Ho sognato da italiano, di vivere in un paese dove il turista viene trattato come un vero e proprio ospite: gentilezza, rispetto, disponibilità, onestà e pulizia sono i cardini del rapporto quotidiano, dagli alberghi agli agriturismi agli affittacamere, ai ristoranti. E dove sovente i controlli non debbono mancare come non deve mancare un giudizio di gradimento su tutti i servizi utilizzati...

Ho sognato da italiano, di vedere i fiumi italiani, come l'Arno e il Po ed il Tevere essere navigabili e realizzare delle belle crociere che fanno scoprire l'Italia dai suoi fiumi più belli e importanti come avviene in parte per i laghi e poter camminare lungo i bordi dei fiumi...

Ho sognato da italiano, di vedere ben conservati i beni artistici in nostro possesso, tirando fuori quelli che sono nelle cantine dei 3.550 musei e valorizzare al massimo le ben 2.150 aree archeologiche...

Ho sognato da italiano, vedere rispettati tutti gli ambienti naturali come pure le città dal vandalismo di turno e dove poter istituire i vigili turistici affinché si debba così, piano piano, educare al rispetto, al giusto pedaggio e all'eventuale multa in caso di trasgressione dei divieti: dalle fontane ai parchi ai boschi ai monumenti con 18 parchi nazionali e 41.000 castelli...

Ho sognato da italiano, di vedere i centri storici delle città e delle cittadine chiusi al traffico con progetti alternativi di scambi e percorsi utili a tutti: dal rispetto per l'ambiente storico, al grado di vivibilità, stress e sanità, per chi ci abita, lo frequenta e lo visita: 101.000 chiese, 1.570 conventi, 4.200 giardini storici...

Ho sognato da italiano, di vedere come l'artigianato locale, la gastronomia e il folklore siano i fulcri della vita della nostra Provincia riportandoli a base funzionale del lavoro e dello sviluppo locale...

Ho sognato da italiano, che le nostre belle campagne vedessero di nuovo la loro rivitalizzazione grazie alle numerose cooperative per quel tipo di agricoltura che si possa inserire e crescere nel contesto oramai internazionale...

Ho sognato da italiano, di vedere come i parchi, i giardini pubblici e le coste siano ambienti puliti e utilizzabili da tutti...

Ho sognato inoltre che tutto questo venisse messo in pratica da ogni nostro Comune, Provincia e Regione...

Ho sognato da italiano, di vedere centinaia di migliaia di giovani istruiti e preparati lavorare in questo mondo del turismo e dove altrettanti ricevere avvii all'imprenditorialità di settore... oltre a quei doverosissimi controlli rigidi sulla funzionalità e correttezza dei servizi resi...

 

3. Oltre il sogno... la proposta...

Tempo fa l’associazione Civita cercava «100 idee per valorizzare l’arte», ma poi ciò non ha avuto molto seguito. Il quotidiano La Repubblica, recentemente, ha adottato due monumenti danneggiati dal sisma a Montefalco e a Urbania. E perché allora non coinvolgiamo tutti i cittadini italiani ed anche esteri per ‘adottare’ il nostro patrimonio artistico? Non tanto come sostituti di uno Stato incapace, quanto per la valorizzazione e la responsabilizzazione ed educazione civica. Ed ecco la proposta.

Si propone la creazione di un’Associazione Adozione Artistica for Italy (A.A.A.) che abbia come garanti istituzioni, enti pubblici e privati.

L’adozione si realizza in base all’interesse e alla competenza artistica: dai Comuni al ministero. I comuni, le regioni tramite le loro ProLoco e associazioni culturali locali istituiscono una Sezione comunale ed una regionale per il coordinamento e per i beni extra-comunali: anche in previsione del federalismo...

Ogni comune attiva degli esperti artistici che sovraintendono ad una selezione di diplomati e laureati in discipline artistiche da inserire nelle sezioni locali affiancati da altri giovani con specializzazione turistiche. Gli esperti artistici dovrebbero dare il loro servizio in forma gratuita come primi firmatari di un’adozione locale proprio per evitare che la loro selezione fosse legata a protagonismi e personalismi. Ma sarebbe poi la Sovraintendenza alle belle arti a coordinare a livello provinciale queste sezioni comunali. Ed è proprio in queste sezioni comunali che gli esperti dovrebbero coordinare dei Laboratori di formazione per i giovani ‘artistici’. I giovani ‘turistici’ invece terrebbero quei legami importantissimi con le Proloco e le associaoni culturali e turistiche del posto . i primi dovranno aver cura di realizzare un archivio, tra foto e documenti. I secondi invece dovranno recepire questi dati e trasmetterli in promozione locali, regionali e nazionali in collaborazione tra le varie sezioni italiane. Il tutto dovrebbe essere informatizzato per lo scambio in tempo reale tra le varie sezioni oltre a creare delle guide artistico-turistiche.

Le Sezioni di AAA dovrebbero raccogliere le adozioni di cittadini italiani ed esteri sviluppando dalla periferia al centro iniziative culturali di vario tipo. Ogni adesione comporta una sottoscrizione di uno «Statuto per l’adozione artistica». Statuto che mette in evidenza l’impegno che quel singolo cittadino proprio a nome suo, insieme a tanti altri cittadini non anonimi, mette a servizio di quel bene artistico. Come? Con un versamento di quote che danno diritto oltre a sconti nei vari luoghi pubblici d’arte possono essere anche detratte dalla denuncia dei redditi al 100%. Inoltre a tale iniziativa può essere collegata una lotteria nazionale-internazionale, dei viaggi premio in collaborazione, dall’Italia all’estero e viceversa, tra gli uffici di rappresentanza culturale e le nostre sezioni italiane. Tale promozione di adozioni dovrebbe trovare proprio attraverso gli uffici culturali del nostro ministero degli esteri quella spinta al coinvolgimento degli stranieri a venire in Italia e ‘curare’ un monumento a loro piacere. Come qui in Italia ciò dovrebbe avvenire con i cittadini italiani ed esteri presenti per turismo e lavoro.

Tutto questo potrà permette di sviluppare spazi di studio e di lavoro con un ritorno economico-culturale e civico di altissimo livello dando modo di avere in mano il vero patrimonio del nostro paese e la sua cura costantemente monitorizzata.

 

4. Una conclusione che è un inizio...

Se questa nostra Italia non deve perdere l'aggancio con l'Europa è giusto che sappia sviluppare le sue capacità e qualità: il nord ha bisogno che non si sganci dalla locomotiva europea della grande e piccola industria. Mentre è bene che il resto del Paese non continui ad insistere a voler portare al centro-sud la logica del nord: al sud vi sono circa il 40% delle attrattive, ma grazie ai disagi di trasferimento i turisti stranieri sono solo il 15%! . Occorre essere complementari. Nessuno dice che al nord non si faccia turismo, però non è nemmeno obbligatorio portare la grande industria al sud: col patrimonio che ha questo nostro sud potremmo già investire in questo e creare così l'alternativa puntando sull'Azienda Italia-turismo.

È da qui che dovremmo iniziare perchè i vari industriali, multinazionali e finanziarie, dovranno inventarsi continuamente un prodotto da vendere. Noi potremmo avere invece un habitat con un eco-sistema, come si usa dire in questi casi, così ben tutelato, gestito ed organizzato che anche lo stesso patrimonio artistico e culturale non potrebbe che trovare ulteriore valore incontestabile, impareggiabile e senza concorrenza vista la combinazione natura-cultura.

È qui che, con un investimento a lungo tempo, si potrà guardare al futuro con più speranza e futuro per tutti: per noi, per i nostri giovani, per la nostra Europa e per i cittadini di tutto il mondo.

Perché non prendiamo esempio da un italiano d'America come Rudy Giuliani, che ha portato insieme all'austerità un piano di rilancio comunale della città di New York quale centro mondiale della cultura e del turismo?

 

Piero Cappelli


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