Lo scaffale di Tellus
Come Dio comanda (Premio Strega 2007) 
Anime alla ricerca di un proprio dio: i contorni di un’apocalisse nel nuovo romanzo di Ammaniti
22 Settembre 2007
 

Niccolò Ammaniti

Come Dio comanda

Mondadori, 2006, pagg. 495, € 19,00


Fresco del “Premio Strega” di questa edizione 2007, Come Dio comanda è l’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti, da cui Gabriele Salvatores ha tratto un film che promette di replicare il successo di Io non ho paura.

La vicenda, da una prima introspezione psicologica dei personaggi, si dipana poi assumendo il tratto del noir, procedimento cui ci ha abituati l’autore; l’atmosfera è quella di una periferia decadente e i protagonisti sono anche qui – come nel sopracitato libro precedente di Ammaniti – un padre e un figlio. Un padre padrone, con tutta la capacità di imporsi su di un figlio dodicenne, abbandonato dalla giovane madre da piccolo. Il rapporto fra i due è il fulcro di tutto il romanzo e la sua forza stessa.

Cristiano ha nel padre l’unico legame profondo di appartenenza; è il padre ad essersi sempre occupato di lui, con tutte le difficoltà di un genitore solo, per di più acuite all’ennesima potenza da un carattere irascibile, dall’alcolismo e dall’intero bagaglio di una vita pesante: il lavoro precario, il senso di frustrazione e la mancanza di fiducia in sé, la salute altalenante…

Ammaniti sa stupire il lettore che di volta in volta si sente chiamato in causa nel giudicare quel legame fatto di continue prevaricazioni da parte di Rino sul figlio, di comandi imposti, impietosi e terribili (fin dalla prima scena con cui s’apre la narrazione), di un atteggiamento paragonabile a quello di una divinità tirannica che testa continuamente l’obbedienza dei suoi figli e la loro fedeltà indefessa, la loro sudditanza. Castigando severamente ad ogni presunto sgarro.

E Cristiano non sa far altro che obbedire, sviluppando fin da piccolo l’attitudine ad una immediata, e per lui salvifica, intuizione nel capire come comportarsi col padre, prevenendo le sue scenate, sapendo alla perfezione come quietarle e renderle più sopportabili.

Gli altri personaggi sulla scena sono l’assistente sociale Beppe Trecca – spada di Damocle sempre pendente su Cristiano e il padre, unico pericolo per la solidità inscindibile del loro legame – i due cari amici di Rino, Danilo e Quattro Formaggi, anch’essi disadattati sociali, chi per nascita, chi per le ferite dell’esistenza.

E naturalmente Fabiana, la ragazzina coetanea di Cristiano, personaggio che da un preciso momento in poi segnerà la svolta della trama del romanzo, portandolo verso il thriller e creando quell’accativante suspense cui tutta la prima parte del libro rappresenta la sottile preparazione psicologica.

Ammaniti ci mette di fronte ad esistenze misere, abbandonate, ai negletti della società, con propri codici di sopravvivenza che però possono saltare d’un tratto e non servire più e che spesso sono solo difese, vere e proprie armature su anime ferite e irrisolte. E da questa fragilità del vivere non è esente nessuno, però – pare dirci l’autore – neppure chi ha sempre avuto tutt’altra serie di valori su cui fondare la propria vita.

Ognuno come piccola cosa, in balia del destino o del caso o forse, chissà, di un piano divino imperscrutabile.

 

Annagloria Del Piano

(da 'l Gazetin, settembre 2007)


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