Francesco Storace, ex ministro della Salute, ha oggi denunciato la carenza di assistenza per Gian Piero Steccato, locked-in da ormai 8 anni. Nel farlo, l'ex ministro si è appellato al presidente della Repubblica denunciando la disparità di trattamento “mediatico” e “politico” con la vicenda di Piergiorgio Welby.
Diamo il benvenuto a Francesco Storace nel mondo della malattia e della sofferenza. Peccato che si accorga solo ora, e non quando poteva farci qualcosa, della carenza dell'assistenza ai malati gravi nel nostro Paese. Chiediamo all'ex ministro della Salute: quale singolo provvedimento ha preso durante il suo ministero, a favore delle cure palliative e dell'assistenza ai malati cronici? Non è un segreto che l'Italia sia fra gli ultimissimi Paesi in Europa, anche grazie a Storace, per quanto riguarda le cure palliative e l'assistenza ai malati gravi. Una carenza che certamente porta ad una maggiore richiesta di “morire”, anche laddove una persona vorrebbe altrimenti continuare a vivere. Non è un caso che proprio chi si batte davvero per il diritto all'autodeterminazione, come Piergiorgio Welby ed i suoi compagni, sia stato e continui ad essere anche il più attivo nel richiedere maggiori investimenti e maggiore attenzione all'assistenza dei malati cronici, senza la quale non può sempre esservi vera libertà di scelta.
Storace, almeno da ministro, ha invece preferito ignorare la questione, continuando a sostenere il divieto all'autodeterminazione nel fine vita, pur non facendo quasi niente per alleviare la sofferenza dei malati terminali e cronici, nel nome della politica del “soffri e taci”. Ci auguriamo che oggi, anche se non più ministro della Salute, Storace possa rimediare alle carenze del suo ministero.
Donatella Poretti