E guardo il mondo da un oblò
12 Settembre 2007
 

Mi sono appena insediato nella città lumière e mi viene spontaneo, in questa sera autunnale, gettare un'ancora all'amico Giacomo che, da qualche parte, in Finlandia, cerca di definire il centro di Helsinki e di se stesso.

Qual è il centro di Parigi?

Credo, in un certo senso, di essere stato aiutato questa volta; credo che le circostanze esterne mi abbiano facilitato il compito. Quasi senza difficoltà, come in un sogno che riesce troppo bene, ho trovato un piccolo appartamentino a Chatelet, proprio in mezzo al primissimo Arundissement.

Parigi è come una girella che si srotola dal primo all'ultimo quartiere in spirali concentriche sempre più esterne.

Mi sento come protetto, nel cuore di questa città che, a prima vista, mi ha accolto con una dimensione ed un volto finalmente umani: molte biciclette, molte persone che camminano per le strade, mezzi pubblici che funzionano e coprono tutta la città.

Il centro è quasi un utero silenzioso e, in questo momento, sento solo il rimbalzare della tastiera tra i miei pensieri che, proprio come da un centro, si sdipanano e seguono cerchi sempre più rarefatti.

Chi sarà mai il bimbo birichino che ha tirato il sasso e che lo guarda descrivere nuovi mondi?

Anche le gocce di pioggia, allargandosi, sembrano urlare: APRI IL TUO CUORE.

 

Luciano Canova


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