Importante decisione del Tar Toscana: le rette di ricovero in Residenze Sanitarie Assistenziali devono essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell'assistito e i Comuni e le ASL non possono richiedere somme di denaro ai parenti.
Da tempo denunciamo le prassi illegittime di moltissimi comuni d'Italia che a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi, calcolano la quota di retta a carico dell'utente tenendo conto non del suo solo reddito, ma anche del reddito del suo nucleo familiare e ne richiedono il pagamento ai parenti. Prassi che di fatto mette in ginocchio intere famiglie costrette a pagare cifre esorbitanti rispetto al proprio reddito.
È quello che è successo anche ad un utente dell'Aduc, la signora X, invalida ricoverata in una RSA fiorentina, che a fronte di un reddito annuo di euro 8.756,25 (composto da pensione di invalidità e indennità di accompagnamento) si è vista richiedere dal Comune di Firenze ben 14.220,00 euro all'anno per il solo fatto di avere un padre che percepisce anch'egli una pensione.
E ciò perché il Regolamento fiorentino illegittimamente, e contrariamente a quanto prevede la legge nazionale, computa nel reddito posto alla base del calcolo della retta anche quello dei parenti.
La signora X, assistita dai legali dell'Aduc –avv. Claudia Moretti e avv. Emmanuela Bertucci– ha presentato ricorso al TAR Toscana chiedendo ed ottenendo la rideterminazione della retta sulla base del suo solo reddito.
Grazie a questo provvedimento, per ora solo cautelare, la signora X potrà fin da subito pagare euro 7.519,00 anziché i 14.220 annui inizialmente richiesti.
Il problema non è solo fiorentino ma nazionale, ed è di notevole portata economica. La legge prevede che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l'eventuale compartecipazione dell'utente, sulla base del suo reddito.
I Comuni, non solo chiedono denaro ai parenti degli assistiti ma assistiamo in buona sostanza al rovesciamento dei criteri di ripartizione economica delle quote: chi “eventualmente compartecipa” non è più il cittadino ma il Comune! Che la cosa non sia di poco conto lo dimostra l'opposizione che i Comuni hanno fatto al Governo bloccando l'emanazione di un decreto che avrebbe dovuto specificare tali criteri di compartecipazione.
Oggi il Tar Toscana, sospendendo il regolamento fiorentino, ha ristabilito l'ordine e la legalità in favore di alcune fra le categorie più deboli: anziani e handicappati, proprio quelle categorie per le quali e' previsto l'aiuto delle politiche sociali, e quindi dei Comuni.
ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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