Embrioni chimera e ricerca scientifica: il sonno della ragione genera mostri
07 Settembre 2007
 

«Il sonno della ragione genera mostri»: così Francisco Goya condannava l'ottusità della superstizione alla fine del 1700. Oggi, quando si parla di ricerca scientifica e si leggono dichiarazioni e commenti, sembra di tornare indietro di secoli. E quando un Paese come la Gran Bretagna, grazie a leggi democratiche e con la supervisione di istituzioni altrettanto democratiche - quindi con decisioni prese in maniera trasparente e dopo dibattiti pubblici - si schiera con gli scienziati che chiedono di essere autorizzati a spingere le loro ricerche su strade inesplorate ma promettenti, in Italia l'irrazionalità sembra prendere il sopravvento. Tra chi parla di mostri e attentati alla vita, si perde il senso del limite ma anche della notizia. Nessuna chimera crescerà nei laboratori della “perfida Albione”, nessun Frankenstein passeggerà per le strade di Londra. Alcuni scienziati riceveranno autorizzazioni ad hoc per alcune ricerche dove in un ovulo di coniglio o di bovino verrà inserito il patrimonio genetico umano per ottenere cellule staminali embrionali con DNA umano, utili a trovare terapie per patologie incurabili come l'Alzheimer, il Parkinson o la malattia del motoneurone.

Notizia, in parte già nota, visto che a marzo era stato il Governo a schierarsi per il via libera alla creazione di embrioni misti. Oggi si è aggiunta l'Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) a dettare regole. Il tutto è avvenuto dopo mesi di dibattiti che hanno fatto modificare la posizione inizialmente contraria del Governo.

Ma del resto la nostra “irrazionalità” trova esempi concreti sulla materia grazie alla legge 40 dove si vieta la diagnosi preimpianto nel rispetto del principio dell'inviolabità dell'embrione, che comunque può essere abortito qualche settimana successiva dopo la diagnosi prenatale, o ancora la grottesca vicenda dei 2.500 embrioni orfani destinati per decreto al macero per crionconservazione invece che alla ricerca scientifica.

Siamo consapevoli che il nostro Governo non assumerà decisioni simili a quello britannico sulla ricerca tout court, ma almeno sulla possibilità di utilizzare quegli embrioni esistenti che non hanno alcuna possibilità di svilupparsi, ci sentiamo di rivolgere un appello al ministro della Salute: faccia un decreto che annulli quello di Sirchia e cambi il loro destino, la ricerca ha bisogno anche dei laboratori e degli scienziati italiani.

 

Donatella Poretti


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