Sė, viaggiare
Massimiliano Ciucci: Storia di un visto rifiutato in Madagascar
Antanarivo
Antanarivo 
28 Agosto 2007
 

Antananarivo, 23 agosto 2007. REFUSÉ (rifiutato, respinto). Questa è l’unica arrogante parola uscita dalla bocca dell’impiegata dell’ambasciata francese in Madagascar in merito ad una richiesta di visto turistico per l’Italia.

Più che una risposta ha tutte le sembianze di un verdetto, se si aggiunge che fra le “regole” scritte nei vari uffici viene frequentemente usata un’altra poetica parola INTERDICT (interdetto o meglio VIETATO), nel caso specifico è proibito domandare le motivazioni di una “eventuale”, usando un eufemismo, domanda RIFIUTATA. Ripeto, è negato il DIRITTO ad essere informati sulle ragioni dell’esito negativo.

Questa è solo una delle tante storie di attualità che restano nel silenzio, ve la racconterò nei fatti che vedono una Ragazza Malagasy che chiameremo Afaka, con un lavoro, un conto corrente bancario, una casa, una famiglia, un diploma scolastico primario, una carta d’identità ed un passaporto valido per l’espatrio (requisiti indispensabili nella nostra fiorente e civilizzata società per poter riconoscere diritti ad un essere umano), ragazza inoltre che contribuisce ad aiutare il proprio Paese collaborando con una piccola associazione italiana che si occupa anche di cooperazione internazionale (in particolare realizza reti idriche che garantiscono acqua potabile a centinaia di famiglie).

Afaka circa un mese fa è stata invitata in Italia a fare una vacanza, si è informata quindi presso l’ambasciata francese che si occupa del rilascio dei visti ed ha provveduto a fornire tutta la documentazione necessaria per presentare la richiesta, dall’Italia sono stai inoltrati un certificato di residenza della persona che l’avrebbe accolta, tre mensilità di affitti pagati, tre bollette telefoniche ed un certificato di accoglienza rilasciato dal Comune. Una volta preparato il tutto, Afaka il 3 agosto 2007 ha telefonato all’ambasciata per prendere un appuntamento che le è stato concesso per il giorno 21 agosto al costo di 140.000 Ariary pari a 55,00 euro e circa TRE VOLTE UNO STIPENDIO in Madagascar. Il colloquio si è rivelato in effetti un interrogatorio inquisitorio, in cui sono stati usati più volte termini offensivi, denigratori e oltraggiosi, volti esclusivamente ad umiliare e far desistere qualcuno che per un mese ha sognato di avere dei DIRITTI,di essere UGUALE a chiunque altro al mondo, di essere LIBERA!

Questo è un fatto REALE accaduto ad una persona che ha richiesto un visto TURISTICO di 25 giorni per venire a trovare il ragazzo, gli amici e visitare il nostro paese.

Naturalmente i 140.000 Ariary sono stati trattenuti insieme alla documentazione ed è stato negato il diritto di sapere il motivo di tale RIFIUTO.

Egalité, Fraternité, Liberté non era questa la Francia? parole altisonanti e profonde, tanto profonde da inabissarsi come un relitto nell’Oceano. Come possiamo riconoscere le leggi e le regole di un Paese che tradisce i suoi principi fondamentali e in tutto questo l’Italia che ruolo ha?

Forse sono solo un illuso a credere nella LIBERTÀ e nell’Amore nel senso più ampio del termine,un Amore che non abbia confini, disuguaglianze, colori, religioni e lingue.

Lascio a voi le risposte che non riesco a trovare in un mondo che non sento mio.

Chiudo con le parole di Afaka: «Non sono arrabbiata, qui è normale, ci siamo abituati, in Madagascar non ti fanno arrabbiare, TI FANNO PERDERE LA SPERANZA!»

AFAKA (libero\a , liberato\a)

 

Massimiliano Ciucci


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276