Dopo il dentifricio all'anticongelante, i giocattoli al piombo e le scarpe al cromo, ora è la volta dei vestiti alla formaldeide. La notizia viene dalla Nuova Zelanda dove, durante una trasmissione televisiva, sono stati resi noti i dati di una indagine sulla quantità di formaldeide (aldeide formica) nei tessuti di indumenti provenienti dalla Cina. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Si pensi che 2 volte significa un aumento del 100%. I valori limite dell'OMS sono di 20 parti per milione mentre nei tessuti sono stati trovati valori fino a 18.000 parti per milione. La formaldeide è un cancerogeno e può provocare irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle. La formaldeide è usata come antimuffa e per mantenere la piega degli indumenti. Nel 2006 il 22,4% di abbigliamento utilizzato in Italia proveniva dalla Cina (+22% rispetto al 2005) mentre i prodotti tessili coprivano 19% (+31% rispetto al 2005).
Il nostro consiglio è quello di lavare e ventilare i tessuti prima di indossarli.
L'Aduc ha scritto una lettera ai Ministri della Salute, Livia Turco, e dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, per saper se anche in Italia siano state fatte analisi dei tessuti provenienti dalla Cina e quali siano i risultati.
Una interrogazione in tal senso è stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP).
Primo Mastrantoni, segretario Aduc