Diario di bordo
La giusta denuncia di Furio Colombo sullo “stato d’assedio” e la mancata informazione 
Buona lettura (si spera) per Petruccioli e Curzi
16 Luglio 2007
 

Ha scritto un bell’articolo, l’altro giorno sull’Unità, il senatore Furio Colombo (chi l’ha perso, lo può recuperare consultando la rassegna stampa di Notizie Radicali del 12 luglio, “Il dolore e la brutta politica”). Colombo affronta, con partecipazione e sensibilità questioni che troppi ancora oggi vorrebbero eludere, e che invece sono eminentemente politiche. E affronta nodi che soprattutto nel centro-sinistra bisogna sciogliere.

C’è per esempio un passaggio che descrive lucidamente la situazione: «Il testamento biologico ha avversari molto potenti: il Vaticano attraverso l’esercizio del potere politico e dell’ossequio mediatico; e la Chiesa cattolica, con il persistente strumento della dottrina…». Denuncia, Colombo, una pesante, continua, dolosa interferenza. E non solo. Scrive Colombo: «Ciò che la maggior parte dei cittadini non sa è lo stato d’assedio in cui lavora il medico presidente della Commissione Sanità del Senato italiano (il senatore Ignazio Marino, ndr) e autore della legge sul testamento biologico, un assedio che tiene inchiodata la commissione ad una impossibilità di decidere. Lo stato d’assedio è guidato da senatori che sono vere e proprie guardie vaticane…».

I nomi di queste guardie vaticane li conosciamo: sono le Paole Binetti e i Luigi Bobba. Non sorprende che facciano quello che fanno, si sapeva che lo avrebbero fatto, non lo hanno mai nascosto, anzi con orgoglio lo hanno annunciato e ora lo rivendicano. Il problema, insomma, non è tanto il loro fare, lo «stadio d’assedio» come lo chiama Colombo; la questione piuttosto è che «la maggior parte dei cittadini non sa». La letterale ignoranza in cui la pubblica opinione viene lasciata. Di quello che accade, per esempio, nei lavori di commissione nulla si sa, e nulla si deve sapere. Giornali e televisioni, che con tanto zelo inseguono gossip “divertenti”, hanno la medesima cura, quando si tratta di occultare notizie che siano “interessanti”. Che i sostenitori e le forze che sostengono le “guardie vaticane” siano interessati al silenzio e alla censura, è logico, non sorprende. Proprio sull’“ignoranza” si fonda e poggia molto del loro potere. Il problema è costituito da chi quelle forze e quegli interessi dovrebbe contrastarli e combatterli. Si prendano i giornali, i canali televisivi “progressisti”, quelli che non sono controllati dalla destra. Il loro modo di informare, di consentire di conoscere, è poi così diverso da quello della destra? Colombo ha ragione a lamentare che quello “stato d’assedio” non sia conosciuto dalla maggior parte dei cittadini. Ed è questo, evidentemente, il problema.

Settimane fa, proprio per chiedere informazione su questi temi, parlamentari e dirigenti radicali occuparono gli uffici della RAI di viale Mazzini, mentre Marco Pannella ed altri erano impegnati in un lungo sciopero della fame (Pannella anche della sete). Ci furono stizzite e irose reazioni, da parte di alcuni dirigenti di viale Mazzini. Vogliamo ricordare di chi? Di Claudio Petruccioli, il presidente diessino della RAI; e di Sandro Curzi, del CdA, “quota” Rifondazione Comunista.

 

«Ciò che la maggior parte dei cittadini non sa è lo stato d’assedio in cui lavora il medico presidente della Commissione Sanità del Senato italiano (il senatore Ignazio Marino, ndr) e autore della legge sul testamento biologico, un assedio che tiene inchiodata la commissione ad una impossibilità di decidere. Lo stato d’assedio è guidato da senatori che sono vere e proprie guardie vaticane…».

Questo passaggio del bell’articolo di Colombo lo segnaliamo alla lettura del presidente Petruccioli e del consigliere Curzi; e intanto, un benvenuto a Colombo: anche lui, a giusto titolo, affiliato al club dei “disturbatori”.

 

Gualtiero Vecellio

(da Notizie radicali, 13 luglio 2007)


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