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L’anno ponte č finalmente finito?
27 Giugno 2007
 

E finalmente siamo giunti alla fine di questo anno scolastico, l’anno definito dal ministro Fioroni “anno ponte” ad indicare, si presume, un momento di passaggio, e quindi di trasformazione, dalla scuola del ministro Moratti, così fortemente criticata, ad un tipo “nuovo” di scuola…

E, a proposito di trasformazione, in effetti, il ministro Fioroni parlò anche di politica del “cacciavite” ad indicare, si presume, una lenta, continua disattivazione di elementi della “scuola morattiana”, fino a giungere ad una sua oggettiva cancellazione.

Contemporaneamente avrebbero dovuto nascere, si presume, nuovi elementi che avrebbero caratterizzato la “nuova scuola”…

Le forze politiche che si presentarono all’elettorato in opposizione al governo Berlusconi sottolinearono fortemente l’importanza del ruolo della scuola pubblica e molti, e tra i molti tanti insegnanti, credettero a questo impegno e votarono a favore del centrosinistra…

Il centrosinistra vinse le elezioni e formò il nuovo governo… certo è che se il buongiorno si vede dal mattino… per molti la nomina del dott. Fioroni a ministro della Pubblica Istruzione creò subito qualche grosso dubbio in quanto il personaggio politico era molto connotato: vicinissimo al Vaticano, è da ricordarsi che il problema della laicità nella scuola era stato un punto particolarmente critico della gestione Moratti.

Ora, in fondo al “ponte” (che qualcuno ha chiamato delle nebbie), qual è il panorama che ci offre la scuola pubblica italiana?

Disorientante! Sia per chi vi manda i figli, sia per chi ci lavora, e forse questa è l’unica certezza!

Infatti sembrerebbe quasi che i disastri avviati dalla “riforma” Moratti non solo non siano stati corretti, ma permangano intatti.

Le scuole danno l’impressione di vivere in una situazione di caos:

- caos dei “programmi”, con un preoccupante abbassamento culturale che discende dalle povere e sconclusionate Indicazioni Nazionali* dell’on. Moratti, bassissimo livello dei libri di testo “riformati”, incredibile situazione per cui gli insegnanti che vogliono ancora svolgere un programma di valore devono quasi farlo “clandestinamente”…

- caos organizzativo, con la scomparsa della scuola dei moduli e il ritorno all’insegnante, quasi, unico e tuttologo (o pocologo), la creazione sempre più frequente dei cosiddetti “orari spezzatino” a causa delle ore opzionali a scelta delle famiglie (scuola à la carte), aumento degli alunni nelle classi che rendono sempre più difficile l'apprendimento e lo stabilirsi di rapporti positivi, l’eliminazione oggettiva delle esperienze di classi a Tempo Pieno data la non concessione di due insegnanti per classe, soprattutto nelle grandi città dove era più diffuso, mancanza di nomina dei supplenti che porta le classi a non lavorare (o ad essere disturbate per l’arrivo di alunni di altre classi) per giorni e giorni, schede di valutazione (pagella) non uguali per tutte le scuole, in tutto il Paese, ogni scuola decide in proprio quale scheda adottare, con quali voci, con quali giudizi e così può accadere ai ragazzi di passare da una scuola all'altra, da un ciclo all'altro, senza la minima omogeneità;

- caos dovuto alla mancanza di risorse, a causa dei tagli, con le scuole che non hanno i fondi per pagare i docenti precari, che non hanno i fondi per finanziare i vari progetti che vengono programmati (e questo nella scuola che ironicamente viene chiamata “progettificio”), che non hanno i fondi per affrontare, addirittura, le spese per le fotocopie...

Questa grande confusione, e molti altri esempi si potrebbero aggiungere sia da parte dei genitori sia da parte degli insegnanti (che dire, ad esempio, della cosiddetta Autonomia che ha investito la scuola di burocrazia, carte, progetti, liti, tensioni tra colleghi... e della libertà d’insegnamento sempre più minacciata?), convive con uno “strano” modo di procedere del ministero, una metodologia che potremmo definire occulta.

Il dott. Fioroni ha potuto diventare ministro anche perché la scuola (genitori, insegnanti, studenti, ecc.) ha pubblicamente, apertamente protestato contro la riforma Moratti, ora, invece, questo ministro e il suo staff agiscono quasi di nascosto e invece di coinvolgere nel cambiamento le scuole in modo aperto, visibile, effettuano sondaggi misteriosi contattando attraverso la dirigenza scolastica genitori (scelti da chi?), insegnanti (scelti da chi?), alunni (scelti da chi?) e dei risultati di tali oscuri sondaggi non si sa nulla; formano commissioni incaricate di modificare le morattiane Indicazioni Nazionali per realizzare le Nuove Indicazioni Nazionali, e da queste commissioni non arriva alcuna informazione, a parte una premessa di buone intenzioni.

In teoria, dopo un ponte bisognerebbe trovare una strada già tracciata, ma nel nostro caso pare che la logica faccia a pugni con la realtà.

Per farla breve, il prossimo anno scolastico comincerà com’è finito questo, che fosse un ponte a due campate (o più?) non ce l’aveva detto nessuno, però!

Cambiamenti radicali, come prometteva il governo, nella scuola pubblica non se ne sono visti, o quasi, mentre su un certo argomento il ministro e il suo staff si sono impegnati molto.

In perfetta continuità con il precedente governo di centrodestra e con quello di centrosinistra di ancor prima, il ministro ed il suo staff hanno agito difendendo, anzi ampliando gli spazi di privilegio garantiti nella scuola pubblica, che costituzionalmente dovrebbe essere laica, alla chiesa cattolica con l’immissione in ruolo di altri insegnanti di religione, insegnanti che sono tra l’altro supergarantiti rispetto al docente medio, e giungendo, addirittura, a promuovere l’ora di religione (IRC) offrendo per la sua frequenza crediti scolastici.

Tra l’altro sostenendo, ipocritamente, che tale decisione non limita e non discrimina nessuno poiché viene garantita anche a coloro che si avvalgono dell’ora alternativa, in una scuola dove tutti sanno che l’ora alternativa praticamente non esiste o non è cosa seria, in una scuola dove la Corte Costituzionale ha affermato che la libertà di coscienza garantisce la non frequenza di queste ore per coloro che lo desiderano (e questi sono tutti alunni che non hanno voglia di farne, come ha detto qualcuno, mentre gli studenti che usano l’ora di religione per fare i compiti per l’ora dopo o per acquisire qualche credito che completi le défaillances in matematica hanno tanta voglia di farne?)

Concludendo, tutto cambia per nulla cambiare!

Di nuovo il Gattopardo…

 

a cura della segreteria di Scuola e Diritti

(per 'l Gazetin, estate 2007)

 

 

* Le Indicazioni Nazionali sostituirono, senza abrogarli e quindi sarebbero ancora validi, i Programmi nazionali precedenti alla riforma Moratti.


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