Diario di bordo
Anche Formigoni dopo Bresso e Chiamparino...  
A Roma manifestazione dei Radicali con altri esponenti politici davanti alla Rai
03 Giugno 2007
 

Torniamo ancora, a distanza di appena un paio di giorni dal precedente diverso riferimento, al Presidente della Regione Lombardia. Nel pomeriggio di ieri Roberto Formigoni ha infatti rilasciato all’ADN Kronos la seguente dichiarazione:

«La pena di morte è una violazione dei diritti fondamentali dell'uomo e rappresenta una drammatica contraddizione per la nostra civiltà. La comunità in cui viviamo ha la forza per scommettere sulla possibilità che ogni persona, anche chi si è macchiato di crimini abietti, possa essere aiutata a recuperare.

Rimanere in silenzio è un errore politico e culturale enorme: non possiamo accettare di proseguire verso l'imbarbarimento della nostra cultura. Ogni esecuzione capitale allenta il legame fondamentale tra la nostra civiltà e il rispetto della dignità di ogni persona. Per questo ho deciso di aderire, nella giornata di domenica 3 giugno, all'invito al digiuno fatto da molte associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani e innanzitutto del diritto alla vita: un piccolo gesto - certamente - ma dal forte valore simbolico.

Mi unisco alla richiesta di accelerare i tempi perché l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attualmente in corso voti una Risoluzione che proclami la Moratoria universale delle esecuzioni capitali, primo e cruciale passaggio per arrivare alla messa al bando internazionale della pena di morte».

Lucio Bertè, in sciopero della fame “a oltranza” da metà aprile, ha dichiarato: «Non avevo dubbi sulla positiva risposta del Presidente Formigoni alla lettera che gli avevo inviato il 31 maggio. Ora mi aspetto che soddisfi anche la seconda richiesta, cioè che faccia presente con forza alla Presidenza tedesca dell’UE che è esigenza della Regione Lombardia, del suo Presidente e dei cittadini lombardi, a coronamento di un impegno ultradecennale, che la moratoria universale delle esecuzioni capitali sia votata all’ONU entro questo mese di giugno, spazzando via ogni indugio e ogni intralcio burocratico».

 

A Roma intanto prosegue l'occupazione della sede Rai: avanti a oltranza, nonostante la promessa di “sostegno” del presidente Petruccioli. Cominciata giovedì, da parte di un gruppo di radicali per chiedere che la tv di Stato dia ai cittadini una “corretta informazione” sulla battaglia a favore della moratoria della pena di morte. Questa mattina, nonostante la pioggia, si è tenuta una manifestazione a sostegno di questa iniziativa: davanti alla direzione generale di viale Mazzini si sono ritrovati Marco Pannella (che è in sciopero della fame e della sete), il ministro Emma Bonino ed esponenti politici di vari partiti della maggioranza, come per esempio, gli ulivisti Furio Colombo ed Ermete Realacci, Elettra Deiana del Prc o il capogruppo di Sinistra democratica al Senato, Cesare Salvi.

Nel suo intervento, il ministro Emma Bonino ha sottolineato che sulla battaglia a favore della moratoria per la pena di morte «non c’è stato un qualunque approfondimento, un tg qualunque di un qualunque canale».

«Con questa occupazione, con questa iniziativa nonviolenta» ha aggiunto «noi radicali tentiamo di riportare la parola al di sopra del baccano, e forse è questo che fa paura». Bonino si è quindi augurata che «arrivi un momento di sensibilità» affinché si capisca che se le Nazioni Unite approvassero questa risoluzione «sarebbe un passo di civiltà giuridica di portata storica».

Il capogruppo di Sinistra democratica a palazzo Madama Cesare Salvi ha portato il suo sostegno alla battaglia dei radicali e ha chiesto se il ritardo della presentazione della risoluzione per la moratoria della pena di morte all’assemblea delle Nazioni Unite «non sia dovuto a una certa imminente visita, ma» sottolinea «quando ci si assume una responsabilità bisogna portarla avanti fino in fondo».

Sergio D’Elia, uno degli ‘occupanti’, si è collegato in diretta telefonica con la manifestazione e ha ribadito che l’iniziativa non serve «per rivendicare il nostro diritto di radicali ad avere spazi e visibilità, ma siamo qui perché sia riaffermato il diritto dei cittadini a essere informati su una campagna che rischia di fallire proprio perché non c’è conoscenza e informazione».

Marco Pannella sottolinea che «i numeri per far passare la risoluzione all’Assemblea Onu ci sono» e per questo serve «una seria inchiesta giornalistica» per spiegare «come è possibile che, se siamo maggioranza assoluta e documentata, la risoluzione non sia ancora arrivata al voto».

 

Milano. I radicali milanesi e torinesi non lasciano solo Marco Pannella che è giunto al 44° giorno di sciopero della fame e alla 72ª ora di sciopero della sete. Lo sciopero prosegue ad oltranza per scuotere istituzioni, opinione pubblica e mezzi di informazione sulla battaglia per la moratoria della pena di morte. Una delegazione dei dirigenti radicali è stata ricevuta dal Corriere della Sera con la richiesta che i cittadini vengano informati sulla svolta storica e con la richiesta di un incontro con la direzione.

Nonostante la pioggia incessante un nutrito gruppo di militanti radicali si è dato appuntamento davanti al consolato tedesco a Milano stamattina alle ore 12:00. Il presidio è stato organizzato per ricordare alla Presidenza di turno dell’Unione Europea l’impegno preso dai ventisette ministri per la risoluzione Onu della moratoria.

«Un traguardo storico di portata mondiale si può ancora raggiungere dopo mesi buttati al vento. È necessario da subito porre fine al continuo temporeggiare del Consiglio d’Europa e al conseguente rinvio del confronto su questo tema. Occorre ribadire che la vittoria è a portata di mano; per coglierla però, a cominciare dalla Presidenza di turno dell’UE, ci vogliono atti concreti e parole chiare o l’enorme lavoro dei Radicali e del Governo Italiano rischia di essere vanificato», dichiarano all’unisono Igor Boni, presidente dell’Associazione Adelaide Aglietta di Torino (www.associazioneaglietta.it) e Valerio Federico, segretario dell’Associazione Enzo Tortora-Radicali Milano (www.radicalimilano.it).

«La volontà politica dei cittadini, dei Governi e dei Parlamenti Europei è forte. Ma nonostante questo ci sono ostacoli di natura burocratica di cui non capiamo l’origine…», aggiunge Valerio Federico.

Un Lucio Bertè (Comitato nazionale Radicali Italiani) consumato da 44 giorni di sciopero della fame a fianco di Pannella e degli altri compagni non perde energia e ribadisce con forza la necessità di un impegno forte e coerente di tutte le forze politiche:

«I dati resi noti da Amnesty International parlano chiaro: 130 morti al mese per esecuzioni capitali. Queste persone valgono tutta l’urgenza per portare a termine questa battaglia. È questo il momento in cui la Regione Lombardia può dimostrare la convinzione con cui a febbraio di quest’anno ha sottoscritto all’unanimità la mozione con cui, si impegnava a farsi promotrice con i consigli regionali del Consiglio d’Europa di una campagna di sostegno per la Moratoria».

Ieri la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso e il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino avevano dato la loro convinta adesione all’iniziativa radicale. Oggi anche il Presidente della Regione Lombardia ha risposto: i Radicali applaudono Formigoni e si augurano una reazione dalla Prima Cittadina Letizia Moratti.

 

Veneto. Alle importanti e trasversali personalità che già ieri hanno manifestato il proprio sostegno all'iniziativa di Marco Pannella per la moratoria universale delle esecuzioni capitali (Gino Sperandio deputato e segretario reg. veneto di Rifondazione comunista, Gianfranco Bettin capogruppo Verdi Regione Veneto, Iginio Michieletto consigliere regionale Margherita Veneto, Regina Bertipaglia consigliere regionale Forza Italia Veneto, Luigi Rossi Lucani imprenditore, presidente Veneto Nanotech e Past e presidente Industriali veneti), si sommano oggi l'imprenditore Massimo Carraro (AD Morellato & Sector) e l'Assessore regionale Oscar de Bona (Centrodestra). Ne dà comunicazione Michele Bortoluzzi dell'Associazione Fortuna e membro della giunta di Radicali italiani.


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